Fear

Fear

Ecco un altro appuntamento con la rubrica dedicata ai videogiochi.

I tempi in cui uno sparatutto doveva semplicemente schierare una valanga di nemici sempre più grossi e una quantità di armi sempre più potente con cui sfogarsi è decisamente finito.

Questo perché l’assenza di un intreccio narrativo convincente farà mancare lo stimolo necessario a continuare nell’avventura proposta dal titolo.

Una trama solida, ben costruita e ricca di colpi di scena riuscirà magari a sopperire alcune piccole mancanze in altre componenti del gioco.

La trama di F.E.A.R si schiera in quella categoria di videogames che, per sopperire ad una ridotta longevità, compensano con l’eccellenza in tutti gli altri campi, intreccio compreso.

La struttura della Armacham Technology Corporation è sotto attacco militare di alcuni soldati altamente addestrati e “replicanti” controllati telepaticamente dal loro Comandante Paxton Fettel.

La squadra speciale F.E.A.R. viene inviata sul posto dove è stato tracciato il pericoloso telepatico, ma, nei panni del protagonista
silenzioso del gioco, scopriamo subito che qualcosa non quadra mentre iniziamo a vivere allucinanti visioni…

Fear è uno sparatutto in prima persona che utilizza un effetto di rallentamento del tempo per giustificare i poteri latenti del protagonista.

Molto curato e definito, assieme a un sistema di combattimento corpo a corpo che comprende anche calci volanti e scivolate, oltre ai classici pugni e colpi con i calci delle armi.

Ma il cuore di questo gioco resta l’atmosfera horror farcita di sangue, visioni inquietanti e terrore regalati dalla trama e dalla regia dei capaci programmatori.

Il tutto accompagnato da un comparto sonoro capace di far sobbalzare sulle sedie.

Quanti tra voi si ricordano la piccola Alma?

Pensate che i programmatori della Monolith si siano ispirati a “qualcuno” per crearla?


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