Gotti

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Gotti (1996): il volto del crimine nell’America degli anni ’80

Un ritratto crudo e realistico

Diretto da Robert Harmon e prodotto per la televisione via HBO, Gotti è un film biografico che ricostruisce l’ascesa e la caduta del celebre boss della mafia newyorkese John Gotti, leader della famiglia Gambino. A dare volto al “Teflon Don” è Armand Assante, in una delle sue interpretazioni più potenti e carismatiche, premiata con un Emmy Award e un Golden Globe.

Il boss che sfidò il sistema

Il film segue Gotti dalla sua affiliazione alla mafia fino al momento in cui prende il controllo della famiglia Gambino, dopo aver orchestrato l’omicidio del boss Paul Castellano nel 1985. Lo stile narrativo è asciutto e quasi documentaristico: non c’è alcuna idealizzazione del mondo criminale, ma un ritratto crudo fatto di violenza, potere e tradimenti.

La narrazione approfondisce il rapporto tra Gotti e il suo braccio destro Sammy “The Bull” Gravano (interpretato da William Forsythe), sottolineando come fu proprio quest’ultimo, divenuto collaboratore di giustizia, a determinare la condanna definitiva del boss nel 1992.

Interpretazioni solide

Oltre alla prova intensa di Assante, il cast si avvale di ottime interpretazioni secondarie. Forsythe dà un volto ambiguo e gelido a Gravano, mentre gli attori di contorno rafforzano il tono realistico e cupo della pellicola. Harmon, già noto per The Hitcher, costruisce un’atmosfera tesa, senza fronzoli, perfetta per il racconto del declino di un impero criminale.

Crimine e giustizia

A differenza di altri film gangster più spettacolari, Gotti sceglie il tono della denuncia, raccontando l’illusione del potere mafioso e le sue inevitabili conseguenze. Mostra un uomo tanto affascinante quanto spietato, leale solo finché gli conviene. Non c’è spazio per il romanticismo: la mafia è ritratta come una macchina di morte, tradimento e autodistruzione.

In conclusione

Gotti (1996) è una delle rappresentazioni più sobrie e convincenti della criminalità organizzata americana. Una pellicola che resta impressa per la sua capacità di raccontare una figura storica senza glorificarla, con un realismo che anticipa produzioni successive come The Sopranos o Donnie Brasco. Un film consigliato per chi ama il crime serio, asciutto, senza edulcorazioni.


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