Il Cattivo Tenente

Il Cattivo Tenente
regia Abel Ferrara (1992)

Un tenente della polizia di New York é alla ricerca di due teppisti che hanno violentato una suora all’interno di una chiesa.

Citazione.

“I vampiri sono fortunati, si nutrono degli esseri che trovano. Noi invece divoriamo noi stessi.

Dobbiamo mangiare le nostre gambe per trovare la forza di camminare. Dobbiamo arrivare per poter andare via.

Dobbiamo succhiarci fino in fondo. Dobbiamo divorarci da soli finché non ci resta nient’altro che la fame.

Noi diamo, diamo e diamo come pazzi, non credo che tutto questo abbia un senso, non significa niente..”
(𝐙𝐨𝐞)

Nessuna redenzione.

Il protagonista della pellicola di Abel Ferrara si muove in una New York fredda, sporca e oscura.

É un uomo in caduta libera che ha buttato via la sua vita: un poliziotto corrotto e depravato, violento, alcolizzato e drogato, dedito a ogni forma possibile di abuso di potere.

Un personaggio distrutto dai debiti causati dalla sua condotta di vita.
Affoga sempre di più, puntando sul baseball nel giro delle scommesse clandestine.

Non c’è apparentemente alcun senso della morale in lui, solo decadimento e autodistruzione.

Neppure nel suo rapporto con la religione trova un riparo, o quantomeno un freno: il buco che ha nell’anima é troppo grande per essere riempito.

E allora l’incontro finale e “allucinato” con Gesù , diventa un’occasione in cui una rabbia furiosa si trasforma prima in autocommiserazione, poi in pentimento e infine in supplica di perdono, ma non in salvezza.

Considerazioni.

Harvey Keitel si prende il ruolo di protagonista che originariamente doveva essere di Christopher Walken.

La sua interpretazione di questo antieroe che nasconde ogni sorta di azione spregevole dietro il distintivo, usato come scudo, é semplicemente monumentale.

Se ne va in giro come uno “zombie” sporco e spettinato, trascinando i suoi passi, senza uno scopo, spingendosi sempre più verso l’abisso.

E Abel Ferrara, dietro la macchina da presa, sa bene come rendere le strade di New York nere, scure e disperate.

Un substrato urbano su cui milioni di anime camminano ogni giorno, portando avanti le loro esistenze angosciose.

Vizi, tormenti e pochissime virtù si sommano a un cinismo di fondo difficilmente sostenibile.

Concetti come il Bene (religione) e il Male (la condotta del protagonista) vengono a contatto in continuazione, senza riuscire mai a compenetrarsi davvero, senza trovare un punto di incontro, qualcosa di luminoso e salvifico.

Una pellicola dura, cruda, volutamente sgradevole, che ci presenta un ritratto violento e spietato di una realtà in cui non c’è spazio per speranza o sollievo.

Ottima la fotografia di Ken Kelsch con tutta la sua gamma di colori scuri e tenebrosi.

Censurato all’uscita in Italia per ottenere il divieto ai minori di 14 anni, si può comunque recuperare in DVD nella sua versione integrale.

Martin Scorsese lo ha giudicato, a ragione, uno dei dieci film più importanti degli anni ‘90.

Il Cattivo Tenente è assolutamente indimenticabile.

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