Il Codex Gigas

Il Codex Gigas: la Bibbia del Diavolo

Il Codex Gigas è uno dei manoscritti più enigmatici e inquietanti della storia medievale. Conosciuto anche come la Bibbia del Diavolo, è un’opera colossale che ha attraversato secoli di misteri, superstizioni e leggende nere. Il solo sguardo alla sua mastodontica struttura — lunga 92 cm, alta 50 e pesante circa 75 kg — evoca un senso di soggezione. Ma ciò che lo ha reso davvero leggendario è una singola, inquietante immagine.

Un monaco, una notte, un patto oscuro

Secondo la leggenda, il Codex Gigas fu realizzato nel XIII secolo da un monaco boemo condannato a essere murato vivo per aver violato i voti del monastero. Per salvarsi, promise di scrivere in una sola notte il più grande manoscritto mai esistito, contenente tutto il sapere umano e divino. Quando si rese conto che l’impresa era impossibile, invocò Satana e gli offrì la sua anima in cambio di aiuto.

Il diavolo, secondo la leggenda, accettò. A prova del patto, nel manoscritto compare una gigantesca illustrazione del demonio, alto quasi mezzo metro, raffigurato con artigli, corna e occhi spalancati — un’immagine che sembra quasi voler uscire dalla pagina per fissare chi la guarda.

Un’opera fuori dal tempo

Il Codex Gigas è scritto in latino e raccoglie l’intera Bibbia (sia Antico che Nuovo Testamento), testi storici, trattati medici, formule magiche, esorcismi e persino un calendario necrologico. Tutto questo scritto con la stessa calligrafia e inchiostro, senza errori apparenti, suggerendo che un solo autore lo abbia davvero compilato. Ma quanto tempo ci sarebbe voluto? Gli studiosi stimano che, lavorando instancabilmente giorno e notte, sarebbero serviti almeno vent’anni.

Un tesoro custodito a Stoccolma

Oggi il Codex Gigas è custodito presso la Kungliga Biblioteket, la Biblioteca Nazionale di Svezia a Stoccolma, dove è uno dei suoi tesori più preziosi. Vi arrivò nel 1648, durante la Guerra dei Trent’anni, come bottino dell’esercito svedese dopo il saccheggio del Castello di Praga. Nonostante le vicende belliche e i secoli trascorsi, è sopravvissuto quasi intatto.

Per chi desidera esplorarlo da vicino, esiste una versione digitalizzata consultabile gratuitamente online tramite il sito della Library of Congress degli Stati Uniti:
👉 Sfoglia il Codex Gigas virtualmente qui

L’inquietudine dell’ignoto

Al di là della sua funzione religiosa e culturale, il Codex Gigas è diventato nel tempo un simbolo di mistero e proibizione. L’idea che sia frutto di un patto con il diavolo affascina e inquieta. Alcuni ritengono che porti sfortuna, altri lo considerano un contenitore di potere oscuro. Il fatto che sia sopravvissuto a secoli di storia, guerre e roghi, lo rende ancora più evocativo, come se fosse stato realmente protetto da una forza sovrannaturale.

Tra storia e leggenda

Oggi il Codex Gigas è un oggetto di studio e venerazione. Alcuni lo vedono come una straordinaria impresa umana, altri come un artefatto maledetto. In ogni caso, sfogliarlo — anche solo virtualmente — dà l’impressione di entrare in contatto con qualcosa che sfida il tempo, la fede e la ragione.

Chiusura Fiabara

Si narra che chi osserva troppo a lungo l’immagine del demonio impressa nel Codex Gigas possa essere vittima di incubi ricorrenti, sempre identici, sempre più vividi. La leggenda vuole che alla settima notte… il sogno smetta di essere tale.

Vuoi davvero sfogliarlo? La scelta è tua.


Iscriviti al nostro canale YouTube

Articoli simili

  • Sputnik

    Sputnik (2020), diretto da Egor Abramenko, è un raffinato esempio di come il cinema russo possa entrare con forza nel panorama della fantascienza horror, offrendo una prospettiva originale e inquietante su un tema già ampiamente esplorato dal cinema occidentale: il contatto tra uomo e creatura aliena. Ambientato negli anni ’80, durante la Guerra Fredda, il film sfrutta l’atmosfera paranoica e l’isolamento tipico di quel periodo per amplificare il senso di angoscia e claustrofobia. La pellicola si presenta subito come un thriller psicologico più che un action sci-fi, scegliendo la strada dell’introspezione e della tensione lenta anziché l’adrenalina esplosiva.

  • A Different Man

    Edward è un attore affetto da una malattia genetica che deforma il suo volto. Desideroso di cambiare vita, si sottopone a un intervento sperimentale che gli regala un nuovo aspetto. Rinato come “Guy”, cerca di lasciarsi alle spalle la sua vecchia identità.

  • Due Occhi Diabolici

    Due occhi diabolici (Two Evil Eyes), uscito nel 1990, è un film antologico nato dalla collaborazione tra due maestri del cinema horror: Dario Argento e George A. Romero. Ispirato ai racconti di Edgar Allan Poe, il film si compone di due episodi distinti, ciascuno diretto da uno dei registi, che reinterpretano in chiave moderna le opere dell’autore gotico.

  • Spectral

    Spectral è uno di quei film che probabilmente ti sei perso nel mare di uscite su Netflix, ma che merita decisamente una chance. È un mix ben calibrato tra fantascienza, azione e un pizzico di horror, con un ritmo sostenuto e un’estetica visiva sorprendentemente solida per un film nato come progetto secondario. Nonostante non sia diventato un cult, ha tutte le carte in regola per farsi notare dagli appassionati del genere.

  • Devilman

    Devilman è il capolavoro manga del maestro Go Nagai, autore anche di Mazinga Z. Pubblicato per la prima volta sulla rivista Weekly Shonen Magazine dal 1972 al 1973, l’opera segue le vicende del giovane Akira Fudo, che, fondendosi con il demone Amon, diventa Devilman, il salvatore dell’umanità dai diavoli, un’antica minaccia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *