Il Mistero Irrisolto della “Donna di Isdal”

Il Mistero Irrisolto della “Donna di Isdal”

Nel freddo inverno norvegese del 1970, si dipana una vicenda avvolta nel mistero, dove le certezze si dissolvono in una nebbia di domande senza risposta. La trama, intricata e oscura, sembra uscita da un romanzo di spionaggio, con una vittima senza nome e una storia che si perde tra ombre e sospetti.

Un Incontro Fatale tra Le Ombre di Isdalen

Il Mistero Irrisolto della "Donna di Isdal"
Luogo del ritrovamento

Inizia tutto per caso, in un pomeriggio gelido del 29 novembre 1970. Un uomo, in compagnia delle sue due figlie, esplora la sinistra Valle della Morte, un luogo il cui nome evoca antichi suicidi e incidenti fatali. Mentre camminano tra le rocce del Monte Ulriken, vicino a Bergen, una scoperta macabra li attende: il corpo semi-carbonizzato di una donna, nascosto tra i massi. Il vento porta con sé l’odore acre di carne bruciata, che attira la curiosità delle bambine e allerta i primi agenti di polizia giunti sul posto.

Un Corpo Senza Identità

I resti carbonizzati

L’indagine parte subito con difficoltà. Accanto al cadavere, ci sono dodici pillole di fenobarbital, resti di un pranzo al sacco, una bottiglia vuota di liquore St. Halivards, due bottiglie di plastica impregnate di benzina, un cucchiaio d’argento con un monogramma parzialmente rimosso, vestiti senza etichette, una custodia da passaporto, un orologio e un paio di orecchini disposti come in una cerimonia macabra, e un cappello di pelliccia intriso di benzina.

Segreti Bruciati e Piste Oscure

L’autopsia rivela pochi dettagli: la donna è morta per intossicazione da barbiturici e monossido di carbonio, il che implica che era viva mentre il fuoco la avvolgeva. Nel sangue, una quantità di sonniferi corrispondente ad almeno 50 pillole. Le otturazioni dentali, eseguite con tecniche proprie dell’Estremo Oriente, dell’Europa centrale o del Sud America, aggiungono un altro tassello al puzzle. Le impronte digitali sono parzialmente cancellate, il volto completamente irriconoscibile e sul collo segni di ferite da taglio.

Valigie di Sogni Spezzati

Il biglietto criptico
Le sue valige

Alla stazione ferroviaria di Bergen, due valigie legate alla donna offrono altri indizi criptici: 500 marchi tedeschi, vestiti senza etichetta, una ricetta medica con data e nome del medico cancellati, 130 corone norvegesi, cucchiaini d’argento simili a quello ritrovato sulla scena, un paio di occhiali e appunti criptati. Decodificati, questi ultimi rivelano nomi di città visitate dalla donna.

Una Vita di Sospetti

Le testimonianze raccolte delineano una figura enigmatica: alta, bella, capelli corti e scuri, occhi castani, tra i 25 e i 40 anni. Gli albergatori ricordano una donna ben vestita, educata, ma misteriosa e guardinga. Cambiava spesso stanza nello stesso albergo, ordinava sempre porridge col latte a colazione, e indossava una parrucca nera. Parlava fluentemente francese, tedesco e inglese.

Una Scia di Ombre

Oggetti rinvenuti sul cadavere

L’ultimo soggiorno documentato è presso l’Hotel Hordaheimen, stanza 407, dal 19 al 23 novembre, giorno in cui paga in contanti e chiama un taxi, svanendo poi nel nulla. Un testimone, nel 2005, racconta di averla vista cinque giorni prima del ritrovamento del corpo, seguita da due uomini misteriosi, ma la polizia all’epoca lo scoraggia dal fare ulteriori domande, definendo il caso “internazionale”.

Ipotesi di Spionaggio

Le speculazioni si concentrano su un possibile legame con lo spionaggio, in un’epoca di Guerra Fredda, con la Norvegia al centro di interessi strategici. Gli spostamenti della donna coincidono con test top-secret su un missile antinave americano.

Un’Identità Svanita nel Fumo

Il Mistero Irrisolto della "Donna di Isdal"
Identikit

Archiviata come suicidio, la “Donna di Isdal” riposa sotto una lapide anonima nel cimitero di Møllendal. Nel 2016, un tentativo di risolvere il mistero porta alla realizzazione di nuovi ritratti e al profilo del DNA, suggerendo origini europee, forse franco-tedesche. Eppure, il mistero persiste, come se la vittima stessa volesse celare la propria identità, restando per sempre l’enigmatica “Donna di Isdal”.


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