Le Streghe di Salem
di Rob Zombie (2012)
Heidi Laroque lavora in un’emittente radio di Salem. Un giorno riceve in dono un misterioso vinile su cui è incisa un’unica traccia.
Citazione.
Siamo in attesa… siamo sempre in attesa.
(frase locandina film)
I Signori di Salem.
La musica è ipnotica e disturbante. Poche note che si ripetono in modo ossessivo e continuo, il cui ascolto provoca strani malori a diverse persone. Malori spesso accompagnati da allucinazioni visive e malefiche. Il disco non contiene alcuna indicazione, se non quella di un nome: i Signori di Salem, probabilmente così si chiama il gruppo che ha inciso questa registrazione.
Heidi sembra patire questa sequenza di note in modo particolare. È sempre più stanca, nauseata e sfuggente. E nel suo appartamento succedono cose strane e inquietanti, così come, per qualche ragione oscura, diventa sempre più misteriosa e spaventosa la porta chiusa dell’alloggio numero 5, in fondo al corridoio.
Ma si tratta davvero solo di musica?
E se ci fosse qualcosa di più sotto?
Qualcosa che riguarda la storia di questa famosa città del Massachussets.
Qualcosa che riguarda le streghe e l’Inquisizione.
Qualcosa che, dopo secoli, è tornato a riaffacciarsi in superficie, per far sentire nuovamente la sua voce.
Considerazioni.
Rob Zombie dirige questa pellicola visionaria e suggestiva.
Le Streghe di Salem resta, ad oggi, la sua opera più coraggiosa e personale. Il coraggio lo si vede soprattutto nella scelta di affidare alle immagini il ruolo di protagonista principale. Ci sono davvero pochi dialoghi, il parlato si riduce all’essenziale. Quel che non manca invece, sono le scenografie malsane e impattanti, che ci conducono in quello che è un vero e proprio viaggio agli Inferi.
Zombie mette subito in chiaro quella che è la natura del suo film, mostrandoci un sabba di streghe in cui davvero poco viene lasciato all’immaginazione. Ma è l’atmosfera di fondo, così pesante, opprimente e cupa, quasi paranoica, a fare la fortuna di questo film. In ogni inquadratura, in ogni frame, si ha la sensazione che qualcosa di brutto debba succedere da un momento all’altro. I richiami a Polanski sono evidenti, ma non appaiono forzati o copiati, bensì rivisti in chiave personale.
Sheri Moon è davvero notevole nel restituirci tutta l’angoscia vissuta dal suo personaggio e dai suoi deliri allucinatori. E questo resta l’elemento principale su cui regge il film, il voler mostrare attraverso le immagini tutto lo sgomento e la trasformazione subita da Heidi.
Una menzione di merito va anche attribuita alla colonna sonora curata da John 5, soprattutto per la presenza di quel motivetto, tanto sgradevole e sinistro quanto ipnotico, che scatena la rapida discesa della pellicola verso la componente più prettamente soprannaturale.
Le Streghe di Salem non è un film facile da vedere, proprio perché molto sperimentale. Non otterrà mai né la fama né il successo di altre opere di Zombie. Ma, a mio avviso, è una vera e propria chicca che merita di essere vista e apprezzata e che rappresenta il lavoro più maturo e originale prodotto dal regista.
Conclusioni.
Le Streghe di Salem è un film che mescola l’horror occulto con un’estetica surreale e psichedelica.
La sua componente narrativa volutamente disorientante e il ritmo lento, ne fanno un esperimento interessante nel panorama horror moderno, con una forte componente visiva e tematica.
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