Non si Sevizia un Paperino

Non si Sevizia un Paperino

Titolo Originale: Non si sevizia un paperino
Anno: 1972
Regia: Lucio Fulci
Sceneggiatura: Lucio Fulci, Roberto Gianviti
Cast Principale: Florinda Bolkan, Tomas Milian, Barbara Bouchet, Irene Papas, Marc Porel
Genere: Giallo, Thriller
Colonna Sonora: Riz Ortolani

Introduzione
“Non si sevizia un paperino” è un film giallo del 1972 diretto da Lucio Fulci. Questo film è considerato uno dei più significativi e controversi del genere giallo italiano, noto per la sua miscela di mistero, suspense ed elementi horror. Con una trama intrigante, un’ambientazione unica e temi oscuri, il film si distingue per il suo approccio alla critica sociale e la rappresentazione della superstizione e della moralità nella campagna italiana.

Trama

Gli abitanti di Accendura, un paesino aspro e sassoso della Lucania, dove spesso la magia e la superstizione si confondono ancora con la religione, sono profondamente sconvolti dalle crudeli uccisioni di tre bambini. Andrea Martelli, un giornalista in vacanza, segue le indagini dei carabinieri, specie quando questi appuntano le loro indagini su Barbara, una donna arrivata da poco dalla città per disintossicarsi della droga, che vive in una casa lussuosa, stranamente in contrasto con le misere case del paese. Barbara però risulta estranea ai delitti. Una povera demente, che ha ambigui rapporti con una specie di indovino-stregone che vive solo sulla montagna, ed è considerata da tutti una “maciara”, cioè una strega, anche se confessa di aver fatto un sortilegio ai ragazzi perché colpevoli, secondo lei, di aver violato la tomba di una creatura, dimostra di essere innocente….

Sinossi
I primi omicidi scuotono la comunità di Accendura, dove le vittime sono bambini. La polizia locale, guidata dal commissario Modesti (Marc Porel), affronta un’indagine complicata dalla resistenza degli abitanti a collaborare. Tra i sospettati ci sono diverse figure locali:

La Maciara (Florinda Bolkan): Una reclusa che vive sulle colline vicine e nota per praticare la magia nera. La comunità la incolpa degli omicidi a causa del suo stile di vita e delle sue pratiche strane.
Patrizia (Barbara Bouchet): Una giovane e bella donna che è tornata al villaggio dopo aver vissuto in città. Il suo comportamento liberale e la sua relazione con i bambini la mettono sotto sospetto.
Don Alberto Avallone (Marc Porel): Il prete del villaggio, la cui relazione con i bambini solleva sospetti.
Man mano che l’indagine procede, vengono rivelati oscuri segreti e traumi che portano a un climax inaspettato e brutale. La rivelazione del vero assassino e dei suoi motivi mette in luce la critica di Fulci verso l’ipocrisia e i pregiudizi sociali.

Temi e Stile
“Non si sevizia un paperino” affronta diversi temi complessi e controversi, molti dei quali riflettono le preoccupazioni sociali e culturali dell’Italia dell’epoca:

Superstizione e religione: Il film esplora come la superstizione e la religione influenzino la mentalità degli abitanti del villaggio, portandoli a compiere atti di violenza e a incolpare innocenti basandosi su voci e apparenze.
Ipocrisia e moralità: Fulci critica l’ipocrisia di una società che si presenta come moralmente retta, ma che è capace di commettere atrocità in nome della giustizia.
Innocenza e corruzione: Il film contrasta l’innocenza dei bambini con la corruzione degli adulti, mostrando come le influenze esterne possano portare alla perversione e alla violenza.
Stilisticamente, Fulci utilizza una combinazione di tecniche horror e thriller per creare un’atmosfera di tensione e suspense. La fotografia, a cura di Sergio D’Offizi, cattura la bellezza e la claustrofobia dell’ambiente rurale. Le scene di violenza, esplicite e brutali, servono non solo a impressionare, ma anche a sottolineare i temi centrali del film.

Personaggi Principali
Florinda Bolkan come La Maciara: La sua interpretazione della reclusa accusata di stregoneria è profondamente commovente e tragica, mettendo in luce i pregiudizi e la paura che la comunità prova nei suoi confronti.
Barbara Bouchet come Patrizia: Il suo ruolo di donna moderna in un ambiente tradizionale è complesso, presentando sia vulnerabilità che sfida.
Tomas Milian come Andrea Martelli: Un giornalista che arriva al villaggio per investigare sui crimini, il suo personaggio offre una prospettiva esterna e critica sugli eventi.
Marc Porel come Don Alberto Avallone: Il giovane sacerdote la cui relazione con i bambini è sospetta, il suo personaggio rappresenta la dualità della fede e del sospetto.
Colonna Sonora
La musica di Riz Ortolani gioca un ruolo cruciale nel film, aggiungendo una dimensione emotiva e atmosferica. Le sue composizioni, che variano da melodie inquietanti a temi più melodici, aiutano a stabilire il tono e l’atmosfera del film.

Ricezione Critica
Alla sua uscita, “Non si sevizia un paperino” ha ricevuto reazioni miste, in parte a causa del suo contenuto grafico e dei suoi temi controversi. Tuttavia, nel tempo, il film è stato rivalutato e ora è considerato un capolavoro del genere giallo. I critici hanno elogiato la regia di Fulci, le interpretazioni del cast e la capacità del film di affrontare temi sociali complessi in modo provocatorio ed efficace.

Influenza e Eredità
“Non si sevizia un paperino” ha avuto un’influenza significativa nel cinema horror e thriller, specialmente nel sottogenere giallo. Il suo approccio alla critica sociale e la rappresentazione della violenza hanno ispirato numerosi cineasti. Inoltre, il film è un esempio di come il genere giallo possa essere utilizzato per esplorare temi profondi e disturbanti, oltre ai semplici spaventi e al mistero.

Conclusione
“Non si sevizia un paperino” è un film che combina l’abilità visiva e narrativa di Lucio Fulci con una profonda esplorazione psicologica. La performance di Florinda Bolkan, Barbara Bouchet e il resto del cast, insieme alla colonna sonora di Riz Ortolani e alla complessa trama, rendono questo film un’opera affascinante e inquietante. Per gli appassionati del cinema horror e per gli studiosi del genere giallo, “Non si sevizia un paperino” offre un’esperienza cinematografica intrigante e provocatoria.

Il film, con il suo intreccio di bellezza e terrore, continua a suscitare meraviglia e inquietudine, lasciando una traccia duratura nella mente degli spettatori. La rappresentazione della vulnerabilità psicologica e dell’ossessione umana rende “Non si sevizia un paperino” un’opera unica e rilevante nel panorama del cinema psicologico e horror.

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