Quei Bravi Ragazzi

Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese (1990)

La storia di Henry Hill, americano di origini Italo irlandesi, che fa carriera nella mafia newyorkese degli anni 50.

Citazione.

“𝘊𝘩𝘦 𝘪𝘰 𝘮𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪, 𝘩𝘰 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘶𝘵𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘨𝘢𝘯𝘨𝘴𝘵𝘦𝘳.
𝘗𝘦𝘳 𝘮𝘦 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘨𝘢𝘯𝘨𝘴𝘵𝘦𝘳 𝘦’ 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘮𝘦𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘚𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘜𝘯𝘪𝘵𝘪 “

(𝐇𝐞𝐧𝐫𝐲 𝐇𝐢𝐥𝐥)

𝐖𝐈𝐒𝐄 𝐆𝐔𝐘𝐒, 𝐆𝐎𝐎𝐃𝐅𝐄𝐋𝐋𝐀𝐒.

Furti, rapine, violenze e estorsioni. É tutto perfettamente normale se sei un “bravo ragazzo” e fai parte della famiglia malavitosa che domina la scena dei quartieri bassi di New York.

Lo sa bene l’ambizioso Henry Hill, impegnato nella sua personale scalata all’interno dell’organizzazione, partendo da una posizione non certo privilegiata.

Il suo é una sorta di sogno americano rovesciato, distorto, dove il successo e la realizzazione personale, diventano egoismo e sopraffazione, qualcosa che non ha nulla a che vedere con il bene comune e collettivo.

Conta solo il lusso, la ricchezza e l’ostentazione, il benessere personale e la fedeltà alla “famiglia”..

Tutto é guidato da impulsi animaleschi, senza il minimo senso di colpa. Conta solo il risultato finale, nessuno bada alle conseguenze, l’unico scopo é quello di arricchirsi, in modo disonesto e con il minimo sforzo.

E poco importa se, per farlo, si finisce per perdere la propria anima.


Considerazioni.

Scorsese realizza un film impeccabile, sotto ogni punto di vista.

Il racconto di venticinque anni di vita del protagonista, realizzato attraverso un ritmo adrenalinico che conosce davvero poche pause.

Tutto grazie a un montaggio alternato e sequenze veloci e incisive, fatte di movimenti di camera virtuosi e improvvisi, che seguono la scena, fino a diventarne quasi parte integrante.

La sceneggiatura é stata scritta dallo stesso Scorsese e Nicholas Pileggi, tratta dal romanzo “Il delitto paga bene” di quest’ultimo, a sua volta basato sulle reali vicende del pentito Henry Hill.

L’intero cast offre interpretazioni strepitose, a partire da De Niro che domina la scena con una recitazione fatta di mimiche e sguardi indimenticabili.

Il compianto Ray Liotta é bravissimo a trasmettere tutta l’ambizione del suo personaggio, una sorta di self-made man che ha come unico obiettivo quello di realizzarsi all’interno dell’organizzazione malavitosa.

E poi c’è Joe Pesci che riceve un sacrosanto Oscar come Miglior Attore Non Protagonista per questa sua seconda collaborazione con Scorsese, dopo “Toro Scatenato”.

Il suo Tommy DeVito resta scolpito nella memoria collettiva: un uomo folle, imprevedibile e violento che avanza e calpesta tutto, con arroganza, per ostentare il suo potere, senza rispettare niente e nessuno.

Secondo capitolo, dopo “Mean Streets”, della quadrilogia di Scorsese dedicata al mondo della criminalità organizzata.

Una colonna sonora incredibilmente variegata, che spazia da Mina a Sid Vicious.

Ci sono i film brutti e i film belli, i registi bravi e quelli mediocri.

E poi esiste un’altra categoria che sta sopra a tutto questo: quella degli artisti con la A maiuscola che non fanno film, ma opere d’arte. Opere d’arte che, come “Quei bravi ragazzi”, mostrano la via, danno le coordinate e insegnano cosa voglia dire fare un film di genere e come un film di genere debba essere fatto.

Pellicole che restano lì, a fare la storia del cinema, incastonate come diamanti preziosi e rari.

A risplendere, per sempre.


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