I Bambini di Mr Pitty Quando L’Infanzia Diventa un Luogo da cui Scappare
Tutti, la stessa creatura: alta, con un cappello a cilindro, occhi gialli, sorriso animalesco.
E sempre, sotto il disegno, un nome: Mr Pitty.
Tutti, la stessa creatura: alta, con un cappello a cilindro, occhi gialli, sorriso animalesco.
E sempre, sotto il disegno, un nome: Mr Pitty.
Creato da James Tynion IV e illustrato da Werther Dell’Edera, Something Is Killing The Children, è una delle opere horror più incisive degli ultimi anni. Pubblicato da Boom! Studios nel 2019, il fumetto prende una premessa classica — bambini che scompaiono misteriosamente — e la trasforma in un incubo moderno. La forza di questa serie non risiede solo nella paura che evoca, ma nella mitologia oscura che costruisce intorno alla protagonista Erica Slaughter e all’organizzazione segreta per cui lavora.
Pochi anime hanno lasciato un’impronta così indelebile nel panorama dell’animazione giapponese come Neon Genesis Evangelion. Creata dallo studio Gainax e diretta dal geniale Hideaki Anno
Tra i vicoli oscuri di Chinatown si cela un negozio che realizza sogni… al prezzo di incubi. “Pet Shop of Horrors” è uno dei manga horror più inquietanti e affascinanti degli anni ‘90, un’opera che unisce estetica gotica, mistero e una profonda critica alla natura umana.
Con The Deep Dark – Discesa nell’abisso, il regista Mathieu Turi ci conduce in un horror opprimente e suggestivo, ambientato nel cuore di una miniera nel 1956. Un gruppo di minatori riceve l’ordine di accompagnare un esperto in una zona remota del sottosuolo per raccogliere misteriosi campioni. Ma qualcosa va storto: una frana li intrappola e, durante la fuga, si imbattono in una cripta antichissima che cela un’entità mostruosa, rimasta sepolta per secoli. L’incubo ha inizio in un luogo dove la luce non arriva, e il tempo sembra essersi fermato.
Nel 2007 Stephen Hopkins firma I segni del male, un thriller soprannaturale che mescola atmosfere bibliche, investigazione scientifica e orrore apocalittico. Con una protagonista d’eccezione come Hilary Swank, il film si inserisce nel filone degli horror teologici, giocando con i simboli delle dieci piaghe d’Egitto e le paure millenaristiche.
Hereditary non è solo un film horror: è un’esperienza emotiva disturbante che ci accompagna nel cuore del trauma familiare. Esordio folgorante di Ari Aster, il film esplora la trasmissione ereditaria del dolore, della follia e del male come fosse un destino inevitabile.
Nel 2005, Hostel di Eli Roth scosse il pubblico internazionale con la sua rappresentazione scioccante del dolore umano. Prodotto da Quentin Tarantino, il film fu rapidamente etichettato come capostipite del “torture porn”, ma dietro la sua violenza esplicita si cela una riflessione inquietante sui privilegi occidentali, sulla mercificazione dei corpi e sul lato oscuro del turismo globale.
Nel panorama del cinema horror fantascientifico degli anni ’90, Cube emerge come un’opera sorprendentemente originale e disturbante. Diretto dall’esordiente Vincenzo Natali, il film è stato realizzato con un budget ridottissimo e un set essenziale, ma riesce a costruire una tensione claustrofobica e psicologica attraverso una premessa tanto semplice quanto inquietante: un gruppo di sconosciuti si risveglia intrappolato in un labirinto di stanze cubiche, ognuna potenzialmente letale. L’apparente minimalismo estetico è funzionale a un’atmosfera alienante, quasi astratta, dove la paura non proviene da un mostro o da una creatura, ma dalla geometria stessa.