The Green Inferno

The Green Inferno
Regia di Eli Roth
USA 2013

TRAMA

In seguito a un terribile incidente aereo, un gruppo di studenti attivisti cade prigioniero di una tribù indigena in Amazzonia.
Scopriranno a loro spese che i rituali e le abitudini di questa popolazione selvaggia sono tutt’altro che cordiali e amichevoli.

CONSIDERAZIONI

Eli Roth arriva a questo film maturo e consapevole dei propri mezzi, quindi con stile e mano riconoscibili scrive e dirige questo Green Inferno come il suo personale omaggio ai Cannibal Movie degli anni ’70/’80.
Il branco di ragazzotti insipidi e superficiali protagonisti, fin dai trailer, è il biglietto da visita per lo spettatore ansioso di scoprire come verranno uccisi e trucidati.

Dopo un inizio verboso e monotono dei primi venti minuti si arriva al momento dell’incidente aereo dove il nostro Roth dimostra di aver assimilato perfettamente la lezione dell’amico Tarantino, impartita con Death Proof nella scena del frontale, ricostruendo con peculiarità e minuziosi dettagli l’incidente con tanto di rallenty e primi piani.
Dell’imminente cattura dei nostri e l’arrivo nel villaggio indios si capisce chiaramente che da lì in poi sarà un massacro per i protagonisti: qui regna il colpo d’occhio della grande scelta cromatica di sposare il verde acceso della vegetazione circostante e il rosso corporeo della popolazione (e ovviamente del sangue).
La fotografia è di grande impatto, i campi lunghi e aperti delle continue inquadrature della foresta amazzonica danno il senso profondo dell’impotenza nella quale sono finiti i giovani attivisti: non c’è via di fuga nell’inferno verde.

Per il resto il film scorre piacevolmente tra momenti splatter, rituali cannibalici e omaggi del nostro ai grandi del passato con i molti rimandi a Cannibal Holocaust di Deodato, Cannibal Ferox di Lenzi e Antrophopagus di D’Amato sono leggibili e, in alcuni tratti, chiari; inoltre le cariche degli indios e alcuni assalti con tanto di morsi, ricordano chiaramente gli zombi di romeriana memoria.

Citavamo a inizio articolo “la mano riconoscibile di Roth” non solo a indicare il piacere dell’estremo da parte del regista ma anche la scelta di stemperare momenti gore e splatter con siparietti umoristici e surreali capaci sia di strappare un sorriso ma anche di buttare alle ortiche tensione e paura: l’attacco intestinale di una delle ragazze catturate, bambini indigeni che corrono per il villaggio con una gamba mozzata tra le braccia o la vomitata al rallentatore durante l’incidente aereo.
Prerogativa che probabilmente il regista usa sempre nei suoi film per stemperare l’eccesso visivo e i momenti horror.

The Green Inferno rimane in definitiva un buon film, con i difetti, con scelte stilistiche discutibili e alcuni personaggi macchietta insopportabili ma offre momenti splatter di altissima resa, una fotografia stupenda e altri personaggi di grande resa come la protagonista, il capo dei guerrieri e la stregona capo villaggio.
Film disponibile sulle piattaforme Sky on demand, Now TV e Amazon Prime.

MOMENTO PANDEMONICO

Il primo rituale officiato dalla stregona dove, alla prima vittima, vengono strappati gli occhi, tagliata la lingua, amputati tutti gli arti e infine decapitato…il tutto ripreso minuziosamente in primo piano.

Clicca quì per vedere il nostro trailer d’Elite

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