Trap

Trap

Trap
di M. Night Shyamalan (2024)

Un concerto pop si rivela essere un’operazione sotto copertura per catturare un pericoloso serial killer noto come “il macellaio”.

Citazione.

“Rimanga fra noi. Conosci il macellaio? Quel pazzo squilibrato che va in giro a fare a pezzi la gente? I federali hanno saputo che oggi si troverà qui e gli hanno teso una trappola. Il concerto stesso è una trappola. Sorvegliano tutte le uscite, controllano chi se ne va. Da qui non si può scappare.”

Caccia al mostro.

Non è solo un semplice concerto dell’ennesima popstar da copertina. Questo evento speciale, questa data aggiuntiva del tour di Lady Raven, è una vera e propria trappola.
E una volta entrati non si può più uscire. Perché la polizia è dappertutto e c’è, in mezzo alla folla, un serial killer da catturare. Un uomo dall’aspetto assolutamente normale, che ha accompagnato sua figlia al concerto e che si può tranquillamente nascondere e mimetizzare in mezzo agli altri padri di famiglia. Nessuno noterebbe mai la differenza, nessuno potrebbe mai sospettare di lui, vedendoselo scorrere a fianco. Il suo terribile segreto, la sua doppia identità sarebbe comunque al sicuro… se non fosse per quel tatuaggio di un animale che si porta addosso.
Tatuaggio di cui la polizia è a conoscenza.

Considerazioni.

M. Night Shyamalan scrive e dirige questo thriller dalla trama avvincente e dal ritmo incalzante.
Trap non si focalizza sulla risoluzione di un mistero. L’identità del macellaio viene svelata chiaramente fin dai primi minuti di film. Anzi, a dire il vero, viene già svelata nel trailer. Il regista si toglie così, in maniera abbastanza clamorosa, il fastidio di dover inventarsi per forza un plot twist esplosivo, cosa che tutti ormai si aspettano dai suoi lavori. La sua è una vera e propria dichiarazione di intenti, sembra quasi volerci dire da subito: Cooper è il macellaio, che tutti lo sappiano. Bene, è adesso andiamo avanti con il resto del film.

Una volta scoperta l’identità non troppo segreta del serial killer, Trap diventa interessante soprattutto per l’idea di Shyamalan di dividere la narrazione in tre parti ben definite che servono anche a fornire allo spettatore tre punti di vista diversi della vicenda.

La prima parte ci offre il punto di vista di Cooper, il macellaio, un uomo dalla doppia personalità. Da un lato, è un amorevole padre di famiglia che accompagna la propria figlia al concerto della sua cantante preferita e dall’altro, un pericoloso e sadico criminale che si chiude nel bagno per spiare con il cellulare la sua ultima vittima. Tutta questa parte è ambientata all’interno del palazzetto sportivo che ospita il concerto ed è incredibilmente claustrofobica. Shyamalan gioca con inquadrature distorte e angolate che riflettono la natura del protagonista e il senso di pericolo che sta vivendo. Il resto lo fa Josh Hartnett, vero mattatore della pellicola, con un’interpretazione suprema. Ogni suo sguardo, ogni sua movenza, ogni suo gesto e ogni suo sorriso che trasuda una gentilezza tanto ostentata, quanto falsa, vale da solo il prezzo del biglietto.

TrapNella seconda parte il punto di vista privilegiato è invece quello della popstar Lady Raven (figlia del regista). Adesso, ad essere in trappola è lei e la sua sfida è quella di riuscire a uscire dalla difficile situazione in cui si trova, senza poter rivelare nulla a nessuno. Si trova nella casa del macellaio, insieme alla sua famiglia: sa tutto ma non può parlare, almeno non apertamente, per non far degenerare la situazione. Lo spettatore si trova così a sentirsi in trappola, insieme a lei, in una situazione tanto assurda quanto dannatamente reale.

TrapDella terza parte non si può dire molto, per non correre il rischio di spoilerare il finale, ma quello a cui assistiamo è il passaggio a un ulteriore e diverso punto di vista. In primo piano arrivano i pensieri e le azioni di un terzo personaggio, restato, fino a quel momento, nell’ombra.

Trap è un film apparentemente semplice, che però nasconde nei dettagli la sua vera forza. Shyamalan si conferma un regista molto capace e astuto, che sa mantenere la suspence nel raccontare una vicenda che svela “il colpevole” dopo pochi minuti. E questo è un talento che hanno davvero in pochi.

Conclusioni.

Trap non è uno dei titoli più conosciuti di M. Night Shyamalan, ma si distingue per il suo approccio psicologico e la tensione costante. La trama segue personaggi intrappolati in situazioni critiche, esplorando temi come la paranoia e l’illusione.
Shyamalan è abile nel creare atmosfere inquietanti, e “Trap” non fa eccezione, mantenendo lo spettatore sul filo del rasoio fino all’ultimo momento. Il suo stile visivo e la narrazione intricata sono elementi chiave, che rendono il film caratteristico della sua filmografia.


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