Villa Capriglio e i suoi Misteri

Villa Capriglio e i suoi Misteri

Villa Capriglio e i suoi Misteri

Villa Capriglio e i suoi MisteriOgni città o regione cela nelle pieghe della sua storia misteri e leggende, spesso inquietanti. C’è una vecchia villa abbandonata e fatiscente fuori Torino, lungo la Strada e Traforo di Pino n°67, nella Val Grande di Mongreno, conosciuta come la Casa del Diavolo. Questa è la sua storia.

Villa Capriglio, situata lungo la strada che collega Chieri a Pino Torinese, è una delle antiche residenze di Torino, la casa è abbandonata da così tanto tempo che per i torinesi è diventata parte integrante del paesaggio, venne donata al Comune di Torino nel 1963, che, alcuni anni dopo iniziò lavori di ristrutturazione, ma furono presto interrotti e mai ripresi per motivi sconosciuti, e , come spesso accade, questo non ha fatto altro che aumentare il mistero che avvolge la casa. La sua storia è affascinante, fu terminata nel 1761 quando fu venduta a Giovanni Paolo Melina di Capriglio, assumendo il nome che ha ancora oggi.

In tre secoli, molti sono stati i padroni di questa casa, eppure si può dire che è passata dal demanio al demonio, alimentando una serie di leggende a volte lussuriose ma spesso macabre o spaventose: la più antica leggenda narra che, quando era ancora la vigna Marchisio, Vittorio Amedeo II di Savoia vi si recava segretamente per incontrarsi con la sua amante. Nel 1773, quando l’ultimo figlio di Melina di Capriglio morì, la casa fu acquistata dal Regio Demanio, confermando così l’interesse dei Savoia per questa villa.

Passò attraverso vari proprietari finché nel 1963 fu ceduta al Comune di Torino. Dopo anni di abbandono, nel 1971 furono avviati i lavori di restauro, ma presto vennero interrotti e mai più ripresi, secondo alcune voci, i lavori si interruppero proprio a causa di una scoperta inquietante presso le fondamenta, fatta dagli operai, pare che trovarono una serie di cunicoli sotterranei che conducevano a una camera ottagonale risalente agli inizi del 1800, realizzata da un architetto che praticava riti satanici e che aveva convinto i proprietari a unirsi alla sua setta.

Si narra infatti che i nobili di Villa Capriglio si divertissero con giovani fanciulle, spesso adescate o prelevate dalle campagne circostanti, queste sventurate – probabilmente torturate e uccise per riti satanici o perversioni varie – “sparivano” misteriosamente per non macchiare il buon nome delle famiglie aristocratiche.

Villa Capriglio e i suoi MisteriTuttavia, ad oggi non ci sono prove di questi episodi, al punto che tali racconti vengono ancora definiti “dicerie” diffuse da invidiosi, alcuni, infatti, affermano che quella stanza  ottagonale sia la porta dell’Inferno, e per questo la villa è stata soprannominata “La Casa del Diavolo”. Dal 2016 il Comune la ha messa in vendita, ma vuoi per le storie, vuoi perché sarebbe molto oneroso restaurarla, nessun compratore si è fatto avanti.

Nel corso dei secoli, la dimora è stata teatro di eventi inspiegabili. Una storia tramandata da generazioni, narra che nelle notti d’inverno e di luna piena, quando c’è la nebbia, Villa Capriglio scompaia per poi ricomparire il mattino seguente, alcune testimonianze raccontano di aver visto delle luci accese dalle finestre della villa di notte, o di aver udito una musica di pianoforte provenire dall’edificio disabitato.

Villa Capriglio e i suoi MisteriAltri raccontano di aver udito risate agghiaccianti o di aver visto figure spettrali muoversi intorno alla villa, per poi sparire improvvisamente alla vista dei fari di un’auto o di una fonte luminosa. Un’altra dice che Dario Argento abbia usato villa Capriglio in alcune sequenze del film “Suspiria”. Ciò è riportato in diversi siti, ma molte fonti sostengono sia una informazione decisamente errata. Che risale probabilmente all’errore di un giornalista negli anni ’70, il quale la confuse con Villa Scott; dove sono effettivamente ambientate alcune sequenze del film “Profondo rosso”.

Ancora oggi, questo alone di mistero e terrore attira gli appassionati del paranormale e di urbex all’interno delle sue mura silenziose.


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