Audition
Regia di Takashi Miike
Giappone 1999
TRAMA
Aoyama è un produttore cinematografico che vive solo con suo figlio dopo aver perso la moglie, causa una letale malattia, ed essere rimasto vedovo.
Un giorno, spinto anche dai consigli e dal volete del figlio, si reca dall’amico d’infanzia e collega Yasuhisa. I due decidono così di organizzare un casting per un fittizio film con il solo scopo di fare conoscere ad Aoyama la ragazza ideale con cui ricostruirsi una vita sentimentali.
All’audizione risponderanno molte ragazze ma l’uomo rimarrà letteralmente conquistato da una sola: l’affascinante e misteriosa Asami.
CONSIDERAZIONI
Probabilmente Audition è uno dei film più significativi degli ultimi 25 anni.
Cambia pelle molte volte nel corso delle sue 2 ore di lunghezza. Sa essere grottesco, surreale, thriller, horror e la capacità di Miike è proprio quella di sapersi calare alla perfezione nei generi mettendo accenti al momento giusto.
La sceneggiatura, tratta dal romanzo è scorrevole e il cast perfetto.
Asami soprattutto vi travolgerà bellezza e fascino magnetico, quasi come una sirena dagli sguardi amorevoli e una dolcezza sopraffina attirerà l’attenzione dello spettatore per poi shockarlo pesantemente nella seconda parte del film, quando Miike ci dirà chi è veramente questa ragazza, cosa fa, perché lo fa e soprattutto come lo fa.
Quella che per metà visione sembra una storia che naviga sulle onde dell’amore diventerà dalla metà in poi un incubo perverso e di difficile tolleranza. Quando Miike inizia a scavare nella psiche di Asami, inizia a inserire momento onirici e flashback non si capisce più cosa sia Reale e cosa non lo sia.
Fino all’esplosione finale di violenza e follia.
Audition non è un film semplice, nonostante la trama sembra suggerire questo, è una spirale di illusioni, sogni infranti, dolore e follia dove non ci sono buoni e cattivi ma tutti sono vittime.
La maestria di Miike sta proprio nel mostraci questo affresco sociale illuso e disilluso allo stesso tempo attraverso una istrionica storia comune, come tante.
MOMENTO PANDEMONICO
Quando Aoyama chiama Asami e vediamo lei curva, quasi innaturalmente, alzare lentamente il capo e scoprire nel volto un ghigno malefico e compiaciuto…fin che un sacco nero a lei vicino inizia a muoversi violentemente.
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