Cannibal Holocaust

Cannibal Holocaust
Regia di Ruggero Deodato
Italia 1980

Anime, stasera nel Pandemonio arriva un cult assoluto del cinema horror italiano, una pellicola di caratura mondiale che a 42 anni dall’uscita rimane la pietra miliare del filone cannibal movie.

Idolatrato da registi di grossa caratura, quali Quentin Tarantino ed Eli Roth per citarne giusto un paio, è ancora oggi uno dei più brutali per realismo nelle scene estreme.

Trama:

Quattro giovani vengono mandati in Amazzonia da un’ente televisiva per produrre un documentario sulle tribù locali.

Dopo 2 mesi di silenzio totale il professore Munro si mette alla ricerca dei ragazzi dispersi cercando di risalire alle tracce.

Una volta ritrovati i nastri con la documentazione ripresa dall’equipe torna negli Stati Uniti per visionarli e, solo allora, scoprirà un’atroce verità.

Considerazioni

Cannibal Holocaust ha fatto parlare, nel bene e nel male, intere generazioni e continua a conservare intatta la sua aurea di mistero e quella caratteristica fama di “film maledetto”.

I motivi sono tanti.

Inizialmente venne additato come snuff movie per poi, in realtà, aizzare orde di animalisti e moralisti contrariati per le scene dove vengono uccisi realmente alcuni animali.

Questa scelta, fortemente discutibile, ha automaticamente contribuito alla notorietà del film.

Se da una parte indubbiamente “prepara lo spettatore” alle seguenti scene forti e di grande realismo nei momenti di cannibalismo dall’altra ha incontrato le proteste del pubblico e una sorta di boicottaggio della censura.

Oltre a questi fatti, che comunque non impedirono l’ascesa della pellicola, ci sono altri momenti topici che vanno ricordati.

Il cadavere impalato, stupro, amputazioni, decapitazioni, cannibalismo.

Un film, insomma, che deve la sua fama a scelte stilistiche probabilmente discutibili ma che hanno dettato e tracciato coordinate precise nel cinema estremo sia per i messaggi sociali che per quelli moralistici.

Tecnicamente il lavoro di Deodato rasenta la perfezione con il suo mescolare e alternare riprese tradizionali allo stile dockumentary (per i tempi si rivelò una scelta innovativa).

Gli effetti speciali sono di prim’ordine e donano al film un ulteriore tocco di realismo.

Nota finale per la delicata, onirica ma bellissima colonna sonora a cura di Riz Ortolani.

Melodia leggera che fa da contraltare alla pesantezza delle violente immagini.

Momento Pandemonico

Tra i tanti momenti di violenza e splatter sicuramente la scena del cadavere femminile impalato è iconica e dall’ impatto realistico talmente grande che costò al regista un processo e alcune settimane di reclusione.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *