Trama
Baskin ha inizio.
E’ una notte come tante e una squadra di cinque poliziotti, in servizio notturno, sta cenando in una locanda.
Li vediamo impegnati a discutere di scommesse, racconti, ricordi e malumori, fino anche a lanciarsi in una fugace scazzottata.
E poi via a fare una ronda, ebbri dai fiumi di vino, gioiosi a cantare nel furgone fino a quando una telefonata di emergenza li porterà a intervenire in una fatiscente caserma dove verranno immersi in un incubo senza fine.
Recensione
Evrenol al suo debutto dimostra chiaramente di sapere come si gira un film horror.
Baskin è una lenta, inesorabile ma fatale discesa nelle tenebre.
I cinque malcapitati ci vengono presentati come vittime predestinate fin dall’inizio ma il regista si prende il tempo anche per raccontarceli riuscendo anche a far empatizzare lo spettatore con i rudi poliziotti.
Dentro questa cornice infernale i nostri protagonisti si muovono in stanze buie e popolate da anime perdute, corpi aggrovigliati tra di loro e cadaveri insacchettati.
La discesa di morte e dolore culminerà nel sotterraneo dove i nostri faranno la conoscenza di Baba, uno spettrale stregone a cui le anime perdute sono devote e si concedono al suo rituale.
Baskin è un horror moderno diretto benissimo dove spicca una fotografia efficace e una sceneggiatura estremamente accattivante.
Ad una prima parte quasi tarantiniana si contrappone una seconda decisamente feroce, maligna e visivamente potente grazie al carisma di Baba, un minuto villain ma dalla potente aurea quasi divina.
In una summa di dolore e torture troviamo coltelli che scavano nelle orbite degli occhi, ricordi di mani che escono dalle porte, invasione di rane a presagire apocalisse e interiora strappate dal ventre.
Baskin un film che ogni amante dell’horror estremo non può perdere.
MOMENTO PANDEMONICO
Quando nel pieno del rituale si svolge un sadico e disgustoso accoppiamento sessuale tra un poliziotto torturato e una creatura mascherata.
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