Chi l’ha Vista Morire

Chi l’ha vista morire (Aldo Lado,1972)

E’ il secondo film di Aldo Lado, realizzato dopo il meritato successo del suo lungometraggio d’esordio  “La Corta Notte delle Bambole di Vetro” (1971).

Rispetto al suo primo film, con Chi l’ha vista morire il regista abbandona le suggestioni esoteriche e vira con decisione verso il giallo all’ italiana più classico, di cui riprende ed estremizza i canoni, ma con un ambientazione insolita e particolare: Venezia.

Qui la città lagunare è volutamente fotografata con toni crepuscolari, tenui e smorzati e questo già conferisce una certa atmosfera alla pellicola contribuendo a renderla angosciante e decisamente inquietante.

Come da prassi del genere, nella riuscita delle singole scene e dell’intero film, risulterà molto importante la colonna sonora, opera di Ennio Morricone, che qui spicca in modo particolare.

Infatti, la nenia infantile che si ripete è angosciante e macabra (e da cui deriva il titolo del film), e la cacofonica ma efficace musica che accompagna le azioni del maniaco è altre sì paurosa già di per sé.

A questo va aggiunto lo sgomento per il tema del racconto che vede le uccisioni di povere bambine accomunate dalla caratteristica di avere i capelli rossi; sebbene l’argomento pedofilia rimanga solo sfiorato.

Sinossi

Siamo nel 1968, Alpi Francesi, una bambina viene uccisa da una misteriosa figura nera, un serial killer in abiti femminili.

La governante che era con lei, Ginevra Storelli, poco dopo si trasferisce a Venezia e il caso finisce in archivio.

Passano quattro anni e nella città veneta la piccola Roberta Serpieri, (interpretata da Nicoletta Elmi) un’altra bimba simile alla succitata vittima, subisce lo stesso destino, mettendo in luce inquietanti analogie rintracciabili in un ulteriore delitto avvenuto pochi mesi prima.

Chi sta ammazzando tutte queste fanciulle con i capelli rossi? Pare che un “mostro” vestito di nero si aggiri tra i calli in cerca di bambine da uccidere..finché….

Lo scultore Franco Serpieri (George Lazenby), sfiduciato dall’ operato della polizia, comincia una personale indagine alla ricerca dell’assassino.

Curiosità

Nel trailer c’e una scena non montata nel film:
Adolfo Celi che aspetta l’omicida con la pistola in mano nel suo studio.

Sempre nel trailer c’è anche un’altra inquadratura non presente nella final cut, in cui vediamo Nicoletta Elmi con dei fiori in mano.


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