I Ladri di Cadaveri di Edimburgo: Burke e Hare
I Ladri di Cadaveri di Edimburgo: Burke e Hare
Nel cuore oscuro della Scozia dell’Ottocento si consumò una delle vicende più inquietanti della storia del crimine britannico: quella di William Burke e William Hare, tristemente noti come i “ladri di cadaveri” di Edimburgo. La loro storia mescola avidità, omicidio e scienza in un intreccio morboso che ancora oggi affascina e inquieta.
L’epoca della necessità scientifica
Nella Edimburgo di inizio XIX secolo, l’anatomia stava vivendo una fase di rapida crescita come disciplina medica. Le università avevano bisogno di cadaveri per le dissezioni, ma la legge permetteva l’uso solo di corpi di criminali giustiziati, che erano pochi rispetto alla crescente richiesta. Questo squilibrio favorì la nascita dei “resurrezionisti” o “body snatchers” — ladri di cadaveri che dissotterravano i morti dai cimiteri per venderli agli anatomisti.
Dal furto all’omicidio
William Burke e William Hare capirono subito l’opportunità di guadagno, ma invece di profanare tombe — attività rischiosa e difficile — scelsero una strada ancora più macabra: l’omicidio. Tra il 1827 e il 1828 uccisero almeno 16 persone, tutte scelte tra gli emarginati della società — mendicanti, prostitute, vagabondi — il cui sparire non avrebbe destato sospetti immediati. I cadaveri venivano poi venduti al dottor Robert Knox, noto anatomista della città, che pagava profumatamente per corpi freschi da sezionare davanti ai suoi studenti.
La scoperta e il processo
La loro attività criminale fu scoperta nel novembre 1828, quando i vicini insospettiti denunciarono strani rumori e odori provenienti dalla locanda di Hare. Arrestati, Hare accettò di testimoniare contro Burke in cambio dell’immunità. Burke fu processato, condannato e impiccato pubblicamente nel gennaio 1829. Come ironica punizione, il suo corpo venne dissezionato in pubblico e il suo scheletro è tuttora conservato presso il Museo di Anatomia di Edimburgo.
Il macabro destino del corpo di William Burke
Dopo la condanna a morte, avvenuta nel gennaio 1829, il corpo di William Burke subì la stessa sorte che lui aveva riservato alle sue vittime: fu destinato alla dissezione pubblica, come prevedeva la legge per i criminali giustiziati per omicidio. L’autopsia venne eseguita davanti a una folla di studenti di medicina presso l’University of Edinburgh Medical School, trasformando l’evento in una vera e propria lezione pubblica di anatomia.
Ma la storia del suo corpo non finì lì. Il suo scheletro fu conservato e ancora oggi è esposto presso il Museo di Anatomia dell’Università di Edimburgo, come monito e curiosità storica per studenti e visitatori. È uno dei pezzi più celebri della collezione, ricordando in modo tangibile uno dei casi di cronaca nera più famosi della Scozia.
Non solo: la pelle di Burke fu addirittura conciata e usata per rilegare dei taccuini, uno dei quali è esposto presso il Surgeons’ Hall Museums di Edimburgo. Su uno di questi volumi è ancora visibile l’incisione:
“Bound from the skin of William Burke, who was hanged at Edinburgh. 28 January 1829.”
(“Rilegato con la pelle di William Burke, impiccato a Edimburgo il 28 gennaio 1829.”)
Questi inquietanti reperti rappresentano una testimonianza unica della commistione tra crimine, scienza e giustizia del XIX secolo e rendono il caso di Burke e Hare uno dei più documentati e “materialmente” conservati nella storia del crimine europeo.
Eredità nella cultura popolare
La storia di Burke e Hare ha ispirato romanzi, opere teatrali, film (tra cui Burke & Hare del 2010 diretto da John Landis), e numerosi studi storici e criminologici. È diventata simbolo delle paure ottocentesche legate alla medicina, alla scienza priva di etica e alla disumanizzazione della ricerca.
Una lezione di morale e medicina
Il caso di Burke e Hare non solo scosse l’opinione pubblica ma spinse il governo britannico a emanare nel 1832 l’Anatomy Act, che regolò l’uso dei cadaveri per scopi medici, riducendo il mercato nero dei corpi e ponendo fine all’epoca dei ladri di cadaveri.
Cinema e Teatro
Il cinema ha spesso ripreso la vicenda, variando toni tra horror e commedia nera:
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The Body Snatcher (1945) con Boris Karloff, tratto dal racconto di Stevenson.
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Burke & Hare (1972), film horror britannico diretto da Vernon Sewell, incentrato sui crimini reali.
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Burke & Hare (2010), una commedia nera di John Landis con Simon Pegg e Andy Serkis, che rilegge la storia con toni grotteschi.