Il Diavolo del Devonshire

Il Diavolo del Devonshire

La storia del “Diavolo del Devonshire” si riferisce a un misterioso e inquietante evento avvenuto nella contea di Devon, nel sud-ovest dell’Inghilterra, nel febbraio del 1855. Dopo una notte di forti nevicate, gli abitanti della zona si svegliarono per scoprire una serie di impronte particolari nella neve fresca, che si estendevano per oltre 150 chilometri attraverso diversi villaggi e terreni agricoli. Queste impronte, che sembravano essere lasciate da un animale a due zampe con zoccoli spaccati, generarono paura e stupore tra la popolazione, dando origine alla leggenda del “Diavolo del Devonshire”.

Caratteristiche delle Impronte de Il Diavolo del Devonshire

Le impronte erano di forma allungata, misuravano circa 10-15 centimetri di lunghezza e 7-9 centimetri di larghezza, e presentavano una distanza regolare tra loro, come se fossero state lasciate da un essere bipede. La cosa più strana era che le impronte sembravano ignorare qualsiasi ostacolo: attraversavano tetti, muri e persino fiumi senza interruzione, come se la creatura avesse camminato dritto attraverso ogni cosa. Questo dettaglio contribuì a far nascere l’idea che le impronte fossero opera del diavolo stesso

Ipotesi e Teorie

Teoria 1

Se si trattava davvero di un burlone equilibrista doveva aver fatto una bella faticaccia per coprire più di 50 km nel gelo della notte e in mezzo alla neve fresca e alta.
Per di più doveva avere anche una certa fretta, visto che le impronte si fermavano sovente sul limitare delle porte.

La «Plymouth Gazette», riportava l’idea di un prete che suggeriva trattarsi di un canguro, dimenticando che il canguro ha zampe artigliate.
Ipotesi contestata e contrastata da quella, certamente più plausibile, presentata sul «Flying Post» che indicava in un uccello la probabile causa del misterioso percorso di orme. Teoria immediatamente smontata da un altro articolo comparso sull’ «Illustrated London
News» in cui si faceva osservare che non esiste al mondo alcun uccello munito di zoccoli ferrati!

In aggiunta, l’articolista segnalava che, pur avendo trascorso oltre cinque mesi nelle distese innevate del Canada, non gli era mai capitato di osservare impronte simili.
Il 3 marzo sull’ «I1lustrated London News» il grande naturalista e anatomista Richard Owen sentenziava che l’analisi scientifica delle impronte parlava a favore di un tasso. Quella notte, evidentemente, alcuni tassi si erano ridestati dal sonno invernale ed erano usciti dalle tane alla ricerca di cibo.Ipotesi plausibile, peccato che Owen non spiegasse per quale stravagante motivo tutti quei tassi avessero deciso di andare a caccia saltellando su una sola zampa……

Teoria 2

Forse l’ipotesi più plausibile venne proposta da Geoffrey Household, il quale nel 1985 pubblico’ un libro – The Devii ~ Footprints – in cui sono raccolte tutte le testimonianze legate a questo caso misterioso.

Ecco la possibile,logica, spiegazione dei fatti:
“Sono propenso a ritenere che quella notte dal centro del porto militare di Devonport si sia innalzato, forse a seguito di qualche disguido, un pallone sonda. Libero dagli ormeggi, ha potuto sorvolare la zona senza alcun controllo.
Dall’ oggetto pendevano due sacchetti appesi a delle funi. Sono stati questi pesi a lasciare le impronte e questo spiega anche
come mai ne sono state trovate pure sui tetti delle case …

Si tratta senz’altro di un’informazione importante che potrebbe spiegare la dinamica di ciò che successe. Ma, pur dandola per buona, c’è almeno ancora un dettaglio che non quadra.

le impronte del diavolo di Devon se si dà un’occhiata su una cartina geografica alla serie di impronte, si nota immediatamente che fanno ampi, indecifrabili
giri fra i centri di Topsham e Exmouth.
Un pallone sonda si sarebbe “comportato” in un modo tanto disordinato?
Non avrebbe, invece, seguito un percorso lungo una linea retta, nella direzione del vento prevalente, che quella notte, detto per inciso, soffiava da est?

Insomma, Il Diavolo del Devonshire è un bel rebus. Un mistero che, dopo oltre un secolo, continua a restare insoluto.


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