Titanic 25th Anniversary

IL TITANIC – MITI, STORIE E LEGGENDE DI UN TRAGICO E MISTERIOSO EVENTO.

111 anni fa, nella notte tra il 14 e 15 aprile 1912, si inabissava il Titanic, all’epoca la nave più grande mai costruita insieme alla gemella “Olympic”. L’evento è considerato ad oggi il più celebre incidente marittimo mai avvenuto, nonché una delle più grandi catastrofi del ventesimo secolo escludendo gli eventi bellici.

La nave salpò il 10 aprile 1912 dall’ormeggio 44 di Southampton alle ore 12:00, con destinazione New York. Avrebbe impiegato sette giorni con arrivo previsto al molo 59 di New York la mattina del 17 aprile
Due giorni dopo essere salpata per il suo viaggio inaugurale da Southampton, in Inghilterra, diretta a New York, la notte del 14 aprile la nave si scontrò con un iceberg. Nel giro di due ore la nave affondò portando con sé oltre 1.500 persone tra capitano, equipaggio, prima, seconda, e terza classe.

Un disastro che non solo ha segnato un epoca, ispirando saggi, romanzi, canzoni, ma intorno al quale esiste una vera e propria mitologia. Del resto, più un evento è memorabile, più è probabile che intorno a esso spuntino teorie del complotto e storie alternative se non soprannaturali.

L’inaffondabile è colpa delle fake news?

La storia ha dimostrato che il Titanic dopotutto non era inaffondabile, ma era ritenuto tale al tempo oppure no? A partire dagli anni ’80 del secolo scorso diversi commentatori hanno suggerito che la fama di inaffondabile, oggi indelebilmente associata alla nave, in realtà fosse un mito emerso dopo il disastro grazie ad articoli giornalistici, e che la nave non sarebbe mai stata pubblicizzata come tale, anche se in un volantino promozionale, riemerso nel 1993, si poteva leggere che quelle navi erano “progettate per essere inaffondabili”.
Inquietante quello che il vice- presidente della white Star Line disse il 15 aprile del 1912 a New York:
“Abbiamo assoluta fiducia nel Titanic. Pensiamo che la nave sia inaffondabile”
Ma in quel momento l’inaffondabile era già sul fondo dell’Atlantico.

Storie dentro la storia

La passeggera del Titanic che rifiutò un posto per salvarsi pur di non separarsi dal suo cane.

Ci sono molte storie d’amore poco conosciute accadute sul Titanic, come quella di Ann Elizabeth Isham e del suo cane.
Nell’aprile del 1912, Ann Elizabeth Isham e il suo gran danese sarebbero dovuti arrivare da Cherbourg a New York con la nave denominata all’epoca come “la più sicura al mondo”: il Titanic. Purtroppo dopo l’impatto con un iceberg, accadde la tragedia che tutti conosciamo, e la gran parte dei passeggeri perse la vita, compresi Ann e il suo cane. Sarebbe potuta essere un’altra però la storia di questa passeggera del Titanic. Quando la nave cominciò ad affondare, le persone che viaggiavano in prima classe, come Ann, furono le prime ad essere sistemate nelle scialuppe di salvataggio. Era già seduta, aveva un posto e una speranza per salvarsi, tuttavia, l’amore che provava per il suo amico a quattro zampe, a cui era stato negato l’accesso alla barca a causa delle sue grandi dimensioni, le fece prendere la decisione più difficile della sua vita.
Nelle scialuppe di salvataggio, le vite umane avevano la priorità su quelle dei cani e così Ann decise di ritornare sul Titanic per ricongiungersi con il suo fedele amico. Lei fu una delle quattro passeggere di prima classe che quel 15 aprile 1912 persero la vita dopo l’affondamento del Titanic. Si ipotizza che tra i corpi trovati galleggianti nell’Oceano Atlantico ci fosse quello di una donna che stava abbracciando il collo di un cane. Nonostante non sia stata trovata alcuna prova per confermare i fatti, non se ne sono trovate neanche per contradirla. La storia di Ann Elizabeth Isham e del grande amore che nutriva per il suo cane è riuscita ad affascinare tante persone, diventando una leggenda simbolo dell’amore per gli animali.

L’orchestra

I passeggeri inizialmente pensavano di trattasse di uno scherzo: coloro che avevano indossato il salvagente venivano preso in giro, alcuni esibivano blocchetti di ghiaccio come souvenir, il tutto mentre l’orchestra continuava a suonare. Una delle storie più famose e romantiche che circondano il Titanic riguarda proprio l’orchestra. Si dice che, mentre la nave s’inabissava, gli otto musicisti continuarono a suonare fino alla fine sul ponte anteriore. L’ultima canzone suonata, secondo la maggior parte delle testimonianze, fu l’inno cristiano “Nearer, My God, To Thee” (Più vicino a te, mio Dio). Nonostante sembri una trovata cinematografica, si tratta di realtà.

La vendetta della mummia

Alcune leggende sul Titanic invocano qualche genere di maledizione. La più famosa e interessante è probabilmente quella secondo cui la nave trasportava una mummia egiziana, che come tutte le mummie che si rispettino avrebbe attirato la sciagura sui suoi profanatori.In realtà la genesi della leggenda è stata ricostruita e non di meno sembra una spiegazione affascinante come quella soprannaturale. Una delle vittime del naufragio era il famoso giornalista appassionato di spiritismo William T. Stead, che secondo alcuni fantasiosi avrebbe anche previsto il disastro nei suoi racconti. Tra il 12 e il 13 aprile alcuni passeggeri si riunirono per raccontarsi storie di fantasmi, e Stead ne raccontò una che aveva di fatto inventato assieme all’archeologo amatoriale Douglas Murray. La storia di Stead aveva come protagonista il coperchio di un sarcofago, ora al British Museum, che si diceva fosse maledetto. Stead morì nel disastro, ma in seguito un passeggero riferì l’accaduto. La leggenda a questo punto subì una mutazione, e si cominciò a raccontare che il Titanic trasportava una mummia maledetta, magari portata a bordo dallo stesso Stead, da cui sarebbe derivato l’inevitabile disastro.

La nave blasfema

E se il Titanic fosse affondato perché offendeva la religione cattolica? Una stramba teoria, ma non per questo meno popolare, si basa sul presunto numero dello scafo del Titanic,* 390904*. Se questo numero è visto riflesso in uno specchio, con molta fantasia si può leggere NOPOPE, nessun papa. Secondo la leggenda gli operai cattolici che lavoravano alla nave sarebbero scappati dal cantiere, offesi da quello che sembrava un violento slogan protestante. La tesi è che dalla costruzione sulla nave aleggiasse quindi un cattivo presagio…
Non si sa come la leggenda sia nata, ma negli anni ’50 il produttore cinematografico William MacQuitt mise degli annunci sui giornali per raccogliere testimonianze utili per il film sul Titanic: Latitudine 41° Nord (1958). Ricevette una lettera che, oltre a dire che ogni chiodo piantato nel Titanic dagli operai era stato accompagnato da una maledizione al papa, rivelava il numero blasfemo dello scafo.
Anche se è difficile negare che intorno a un cantiere navale che si trovava a** Belfast** ci fossero state tensioni di tipo religioso, la storia non regge. In “I segreti della maledizione del Titanic”, Massimo Polidoro spiega che in realtà il vero numero assegnato allo scafo era 131428, e secondo Snopes nessun parte del Titanic portava il numero maledetto.

By Susie B. Cesare G. Elena

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