Il Padrino

Il Padrino di Francis Ford Coppola (1972)

L’inizio di una delle saghe cinematografiche più famose di tutti i tempi.

I Corleone sono la famiglia mafiosa più potente di New York.
Il padre, Don Vito, sopravvive a un attentato orchestrato da un boss rivale.
Il figlio Michael, dopo questo episodio, inizierà la sua personale ascesa nel mondo del crimine, fino a diventare il nuovo padrino.

Citazione.

“Johnny quando era appena agli inizi aveva firmato un impegno di esclusiva con un famoso maestro.

Ma dato che la sua carriera andava di bene in meglio se ne voleva liberare, e chiese aiuto a mio padre, che è suo Padrino.

Allora mio padre andò a trovare il maestro e gli offrì 10000 $ per sciogliere il contratto. La risposta fu no.

Il giorno appresso papà andò a trovarlo di nuovo accompagnato da Luca Brasi, e questa volta quello firmò la rinuncia in cambio di un assegno di 100 $.”

“E come… si era convinto?”

“Papà gli aveva fatto un’offerta che non poteva rifiutare.”

“Offerta in che senso?”

“Luca gli puntò una pistola alla testa e mio padre disse che su quel documento ci sarebbe stata la sua firma, oppure il suo cervello.
È una storia vera.”
(Michael Corleone & Kay Adams)

UNA TRANQUILLA CENA D’AFFARI.

Sono seduti tutti e tre allo stesso tavolo:
Virgil Sollozzo, Mike Corleone e il capitano McCluskey

VIRGIL é il più noto narcotrafficante sulla piazza, un vero e proprio punto di riferimento per il nuovo business. Per anni donne e gioco d’azzardo hanno fruttato bene ma adesso il mercato della droga non ha rivali.

Un giorno ha bussato alla porta di Don Vito Corleone, il Padrino, per parlare a lui e alla famiglia di questi nuovi affari nella speranza di averlo come alleato.

Tutto con tutto il dovuto rispetto, si intende.
Ma il Padrino non ne ha voluto sapere; non é fatto per questo genere di cose.
É un uomo che vive nel passato, contrario alla droga. Un vero uomo d’onore che ha mandato il suo fedele mastino, Luca Brasi, a indagare in segreto su questo nuovo business.

E adesso Luca Brasi dorme con i pesci.

E lo stesso Don Vito non se la passa bene.
É in un letto di ospedale dopo che Virgil, in seguito al suo rifiuto, ha spinto la famiglia rivale dei Tattaglia a orchestrare un attentato contro di lui. Alcuni scagnozzi hanno cercato di ammazzarlo come un cane, per strada, mentre comprava la frutta.

McCLUSKEY é il capitano di polizia corrotto che sta sul libro paga di Sollozzo.

L’altra sera ha fatto sgomberare I poliziotti che vegliavano davanti alla camera del Padrino in ospedale, per permettere ai Tattaglia di finire quello che avevano iniziato.
E poi ha picchiato Mike, in pubblico, davanti ai suoi colleghi.

MIKE CORLEONE é il terzogenito di Vito e Carmela. É sempre stato fuori dagli affari di famiglia. Si é addirittura arruolato nei Marines e ha combattuto in Giappone. Suo padre sognava per lui un incarico da governatore.

Ma adesso le cose sono cambiate.
E Mike lo sa.
Adesso suo padre é in ospedale, in pericolo di vita.
E Luca Brasi dorme con i pesci.

Le famiglie rivali sono schierate pronte ad assumere il comando delle operazioni.
E la colpa é di quei due signori seduti al tavolo con lui.
E poi…c’è una pistola carica che lo aspetta, nascosta in bagno.

Il PadrinoConsiderazioni.

Tratto dall’omonimo romanzo di Mario Puzo che secondo il New York Times “aveva quasi tante copie quanto la Bibbia”, il film non fu considerato immediatamente un capolavoro da tutti, alla sua uscita.

Molti critici ne lodarono le atmosfere, la recitazione degli attori e la notevole capacità tecnica del regista. Altri, lo trovarono noioso e misero in dubbio alcune scelte diverse rispetto al libro, prima fra tutte quella di non aver fatto del padrino il personaggio principale della storia.

Nessuno, in generale, pensò che il film avrebbe potuto cambiare la storia del cinema e diventare un prezioso riferimento per le pellicole future.

Francis Ford Coppola, all’epoca trentaduenne e fresco vincitore di un Oscar per la miglior sceneggiatura l’anno precedente (“Patton, generale d’acciaio”), venne scelto dopo il rifiuto di Sergio Leone che già stava raccogliendo materiale per quello che sarebbe diventato un altro monumento: “C’era una volta in America”.

La lavorazione del film fu molto difficile e stressante e avvenne in un clima per nulla sereno.

Intanto, i costi di produzione lievitarono fino a raggiungere i sette milioni di dollari a causa dell’ambientazione voluta dal regista (la New York degli anni ‘50 invece che la Sant Louis contemporanea) e il cast di attori di prim’ordine.

Poi, ci si mise di mezzo anche Frank Sinatra che fece pressioni affinché il personaggio di Johnny Fontane, secondo lui ispirato ai suoi rapporti con Cosa Nostra, venisse eliminato dalla sceneggiatura.

Il PadrinoInoltre, il produttore esecutivo Albert S. Ruddy intervenne affinché il termine “mafia” non venisse mai pronunciato dagli attori, dopo che qualcuno considerò la pellicola offensiva nei confronti degli Italo-americani, descritti come malavitosi e corrotti.

Quello che rimane dell’opera epica di Coppola, al di là della travagliata fase di realizzazione e delle prime recensioni non proprio lusinghiere, é il meritato e sacrosanto posto conquistato di diritto, negli anni, nell’Olimpo dell’arte cinematografica.

L’apertura del film é quasi “magnetica”.
Ci ritroviamo al cospetto di Don Vito in una scena che sembra quasi una cerimonia religiosa, visto il silenzio ossequioso e il rispetto/timore che incute la sua persona.

Il ritmo cresce poi gradualmente e le immagini violente e non si cristallizzano nella memoria collettiva, grazie anche all’apporto fondamentale degli attori protagonisti e alla caratterizzazione dei rispettivi personaggi.

Questo modo di fare cinema, questo raccontare un mondo che sta “al di fuori della legge e della società civile” usando un punto di vista umano, quasi “romantico”, che paradossalmente lo avvicina allo spettatore comune, rappresenta la vera rivoluzione messa in atto da questa pellicola.

Un linguaggio nuovo, fresco e potente che all’epoca valse tre premi Oscar su dieci nomination (miglior film, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura non originale) e che, cosa più importante, ha ispirato enormemente il cinema di genere, da quel momento in poi.

Ebbene sì, a distanza di più di cinquant’anni, ancora oggi, si può affermare che questo film rimane un’offerta che non si può rifiutare.

Clicca quì per vedere il nostro Trailer HDE

Il Padrino parte II

Il Padrino parte III

Una Risposta a “Il Padrino”

  1. La saga della famiglia dei Corleone è epocale. Questa prima parte è violenta e ci fa capire come certi membri del clan, pur mettendoci sentimento, non si tiravano indietro, quando c’era da eliminare o mettere a tacere qualcuno. Vito Corleone si è complicato la vita rifiutando lo spaccio degli stupefacenti, rimanendo così fedele alle tradizioni della famiglia. Questo è andato ovviamente a suo discapito. Straordinari gli interpreti e ottima la regia. Da Robert Duvall a James Caan, quest’ultimo nel ruolo di Sonny, che per l’ennesima volta viene tratto in inganno dal pestaggio del marito della sorella e ci resta crivellato di colpi. Lo stesso Al Pacino, nel ruolo di Micheal, cui Sonny lo irrideva quando pensava che non fosse assolutamente capace di uccidere un boss e un funzionario corrotto, con caparbietà e gran coraggio, pur negando tutto anche davanti alla moglie, prende in mano le redini della famiglia succedendo al padre Vito. Un capolavoro assoluto, il sequel ancora più bello, a mio modo di vedere, del terzo ricordo poco ma lo rivedrò presto.

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