Il Padrino – Parte III

Il Padrino – Parte III
di Francis Ford Coppola (1990)

Michael Corleone, ormai anziano e malato di diabete, é alla ricerca di un degno erede a cui affidare il suo impero criminale.

Citazione.

“Don Lucchesi, lei é un uomo di finanza e di politica. Io queste cose non le capisco.”

“Le pistole le capisci?”

“Sí.”

“La finanza è una pistola, la politica è sapere quando devi premere il grilletto.”
(Vincent Mancini & Licio Lucchesi)

UNA DIFFICILE GESTAZIONE.

Il terzo e conclusivo capitolo di questa epica saga é considerato da tutti, critica e pubblico, come il meno riuscito e non all’altezza dei precedenti.

Lo stesso Coppola ha ammesso di non essere completamente soddisfatto del risultato finale.

All’origine ci fu uno scontro con la casa di produzione (Paramount) sui tempi di lavorazione e sul compenso finale.

Il regista avrebbe voluto avere a disposizione sei mesi di tempo per scrivere la sceneggiatura e sei milioni di dollari per il lavoro svolto come regista, sceneggiatore e produttore.

Quello che ottenne però fu un sesto della somma desiderata e soltanto sei settimane per concludere la sceneggiatura, in quanto la Paramount spingeva per terminare il film entro il Natale del 1990.

In pratica, ebbe a disposizione un solo anno per allestire, scrivere, dirigere e montare il film.

Al Pacino avrebbe voluto un compenso di sette milioni di dollari e una percentuale sugli incassi ma Coppola, di fronte a una tale richiesta, minacciò di riscrivere il copione e di aprire il film con la scena del funerale di Michael Corleone.

Questo convinse l’attore a ridimensionare le sue richieste.

Un altro problema fu dovuto al fatto che Coppola si vide costretto a rinunciare al personaggio di Tom Hagen, il figlio adottivo di Vito e avvocato/consigliere della famiglia, una figura essenziale per la storia perché in contrapposizione diretta con Michael.

Questo perché la Paramount rifiutò di assecondare le richieste economiche di Robert Duvall, a cui era stato proposto un compenso non proporzionato rispetto a quello di Pacino e della Keaton, portando l’attore a rifiutare la parte.

I contrasti, infine, riguardarono anche il titolo stesso del film che Coppola avrebbe voluto chiamare “La morte di Michael Corleone”.

Considerazioni.

La prima cosa da sottolineare, riguardo a questa pellicola, é che lo stesso Coppola non era intenzionato a girarla, almeno inizialmente.

A causa di alcuni insuccessi e di parecchi debiti, si vide costretto a tornare sulla sua decisione di considerare finita la saga dei Corleone con il secondo capitolo.

E si decise così a dirigere questa terza parte, firmando la sceneggiatura insieme a Mario Puzo.

Il risultato che ottenne fu quello di un film meno “epico” rispetti ai due precedenti ma comunque interessante.

Soprattutto nell’analisi di un uomo vecchio e potente (Michael Corleone) che sente addosso tutto il “peso” della sua corona.

Un personaggio minato non solo nel fisico ma afflitto anche da rimpianti e enormi sensi di colpa, primo fra tutti quelli di aver commissionato l’omicidio del fratello Fredo.

Da tutto questo, nasce Il suo estremo tentativo di estromettere la sua famiglia dalla malavita, attraverso alleanze politiche e “legali”.

Ma anche il sogno di una redenzione personale impossibile, da ricercare nell’ascesa al potere, guidata dallo stesso Michael, del giovane nipote Vincent.

Una speranza di salvezza resa impossibile dallo schiacciante peso del proprio passato e dei propri errori.

Il film é stato candidato a 7 premi Oscar.

Clicca qui per vedere il nostro Trailer HDE

 


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *