Non è un Paese per Vecchi

Non è un Paese per Vecchi

Non è un Paese per Vecchi

di Ethan & Joel Coen (2007)

Un saldatore texano, durante una seduta di caccia, finisce, per caso, sulla scena di quello che é un regolamento di conti fra bande criminali finito male e si impossessa di una valigetta piena di denaro.

Verrà presto braccato da cacciatori senza scrupoli e soprattutto dallo spietato killer Anton Chigurh.

Citazione.

“Sai che data c’è su questa moneta? “
“No.”


“1958. Ha viaggiato 22 anni prima di arrivare qui, e adesso è qui, ed è o testa o croce. E devi dirlo tu, scegli.”
“Senta, devo sapere che cosa posso vincere.”
 “Tutto.”

“Come scusi?”

“Puoi vincere tutto, scegli.”
“Va bene… testa, allora.”

“Ben fatto.“
“Non la mettere in tasca, amico. Non la mettere in tasca, è il tuo portafortuna.”


“Dove vuole che la metto?”
“Dove ti pare ma non in tasca. Si mescolerebbe con le altre e diventerebbe una moneta qualunque. E di fatto lo è.“

(Anton Chigurh è il proprietario di una gas station)

Non è un Paese per VecchiVi presento Anton Chigurh

Non importa davvero dove si stia svolgendo l’azione.

Potremmo trovarci su una di quelle lunghe e infinite strade che percorrono il deserto, magari con la macchina in panne ferma ai bordi della carreggiata; oppure in un motel sulla via con le camere tutte uguali o ancora all’interno di un ospedale.

Potremmo essere in qualsiasi posto.
Ma una cosa é certa: se lui ci sta cercando le nostre ore sono contate.

Perché lui arriva. E uccide. Senza sentimento, senza apparente trasporto, con una pistola ad aria compressa da macellaio.

Se ne va in giro così, con quello strano taglio di capelli un po’ buffo, un po’ naïf e decide di togliere la vita o meno in base al lancio di una monetina, come una sorta di roulette russa aggiornata ai tempi.

Tempi in cui il denaro é tutto e dove tutto gira intorno ad esso.

Perché col denaro si corrompe anche l’innocenza dei bambini, si assiste alla morte di ogni cosa buona e si mettono da parte quei personaggi scomodi, figli di un’altra epoca e ormai prossimi alla pensione.

Perché, signori, questo non é un paese per vecchi.
E Anton Chigurh lo sa bene.

Considerazioni.

I fratelli Coen, partendo dall’omonimo libro di Cormanc McCarthy, realizzano un film dove c’è poco spazio per la speranza.

In bilico tra noir, avventura on the road e western, con i tre personaggi principali che si inseguono per tutta la durata della pellicola, senza mai comparire nella stessa inquadratura.

Un ritratto crudele, spietato e cinico della società umana, dove sembrano non esistere più valori e dove c’è davvero poco spazio per l’ironia.

Tutto viene cancellato da una violenza inaudita che esplode improvvisa, senza motivo e senza controllo.

Javier Bardem da vita a un villain memorabile che non si dimentica: un vero e proprio angelo sterminatore con i capelli tagliati a scodella, uno psicopatico dai cui occhi trasuda follia e che non sembra provare emozioni.

Bravissimo anche Tommy Lee Jones nel ruolo del vecchio sceriffo stanco e disilluso, che guarda il mondo intorno a sé senza più capirlo e senza aver più la forza/voglia di provare a cambiarlo.

Non è un Paese per Vecchi ha vinto quattro premi Oscar: miglior film, miglior regia, miglior attore non protagonista (Bardem) e miglior sceneggiatura non originale.

In più si é aggiudicato molti altri premi in America e in Europa tra cui un David di Donatello come miglior film straniero.
Assolutamente da vedere.

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