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  • All Souls Day – Dia de los Muertos

    La storia si apre nel piccolo paese di Santa Bonita, in Messico, dove un gruppo di viaggiatori americani — tra cui Joss (Travis Wester) e Alicia (Marisa Ramirez) — si ritrova bloccato durante il Día de los Muertos, la tradizionale festa dei morti. Il villaggio, però, nasconde un oscuro segreto. Tra maledizioni, sacrifici umani e antichi rituali aztechi, la notte del Giorno dei Morti si trasforma in un incubo infernale.

  • Dracula (1931)

    Nel 1931 il cinema si prepara a entrare in una nuova era. Il sonoro è ormai una realtà consolidata, e gli studios di Hollywood iniziano a intuire il potenziale dei grandi mostri letterari portati sullo schermo. È in questo contesto che nasce Dracula, diretto da Tod Browning e interpretato da Bela Lugosi: il film che avrebbe definito per sempre l’immaginario del vampiro e inaugurato il ciclo dei mostri Universal, gettando le basi dell’horror cinematografico come lo conosciamo oggi.

  • The Elixir

    Una famiglia indonesiana gestisce un’azienda di rimedi erboristici (jamu) in un villaggio remoto vicino a Yogyakarta. Il patriarca, spinto dall’ambizione di creare qualcosa di rivoluzionario, sviluppa un nuovo elisir con l’obiettivo di portare prosperità e fama alla propria discendenza. Ma l’esperimento ha conseguenze terribili: la pozione scatena un’epidemia che trasforma gli abitanti in zombie assetati di sangue.

  • Abigail (2024)

    Una banda di criminali viene assoldata per rapire una dodicenne di nome Abigail, figlia di un potente boss della malavita e appassionata di danza. Intenzionati a tenerla in ostaggio per chiedere un riscatto di 50 milioni di dollari, il gruppo scoprirà presto che la vera sfida sarà riuscire a sopravvivere.

  • The Vast of Night

    The Vast of Night (2019), esordio alla regia di Andrew Patterson, è un piccolo miracolo di cinema indipendente: un film sci-fi ambientato negli anni ’50 che, pur con mezzi ridotti, riesce a evocare un senso di mistero, inquietudine e meraviglia degno dei grandi classici del genere. La pellicola si apre come un episodio di una fittizia serie antologica televisiva chiamata Paradox Theater, chiaro omaggio a Ai confini della realtà (The Twilight Zone), stabilendo fin da subito un tono retro e metacinematografico. Ma al di là del gioco stilistico, ciò che davvero colpisce è la potenza della narrazione e la padronanza del ritmo.