The Exorcism of Emily Rose
di Scott Derrickson (2005)
Un’avvocatessa difende padre Moore, accusato della morte di Emily Rose, in seguito a un esorcismo fallito.
Citazione.
“Io sono colui che abitò nel corpo di Nerone!
Io sono colui che abitò nel corpo di Giuda!
Io sono Belial!
E io sono Lucifero, l’Angelo degli Inferi!”
(Emily Rose)
3 a.m.
È questa l’ora più buia. Le tre in punto del mattino, il momento in cui agisce il maligno.
É allora che i demoni possono prendersi gioco della Trinità. Perché questa ora rappresenta l’opposto delle tre del pomeriggio, momento del miracolo, l’attimo in cui, secondo la tradizione cristiana, è avvenuta la morte di Cristo.
È in questo momento che succedono cose strane e inspiegabili, a volte terrificanti. La realtà sembra più spaventosa del solito e il mondo del soprannaturale domina la scena.
Considerazioni.
Scott Derrickson dirige questo legal thriller con incursioni sporadiche in territorio horror.
The Exorcism of Emily Rose prende spunto dalla storia vera di una ragazza tedesca, Anneliese Michel, sottoposta a un totale di sessanta esorcismi e morta il 1 luglio del 1976, dopo l’ultimo, all’età di soli 23 anni.
Contrapposizione.
É una pellicola che ha diviso fortemente pubblico e critica. Se quasi tutti hanno lodato la grande prova di Jennifer Carpenter nel ruolo della protagonista, alcuni sono rimasti invece perplessi dal fatto che il film presenti un grande miscuglio di generi al suo interno (horror, legal thriller, drama).
A ben vedere, il fascino maggiore di questa pellicola risiede proprio nella contrapposizione tra quello che è l’approccio razionale dell’avvocatessa e le convinzioni religiose di padre Moore. Un dualismo che non trova mai un vero punto di incontro.
Lo spettatore si domanda così se sia lecito credere che la morte di Emily sia effettivamente da attribuire all’opera del demonio, oppure se la salute fisica e mentale della protagonista abbia avuto un ruolo determinante nella vicenda.
La pellicola non fornisce una risposta, ma resta ambigua, in territorio neutro. Mette in crisi le convinzioni di tutti i personaggi e anche quelle della giuria che é chiamata a decidere del destino di padre Moore.
Struttura.
Dal punto di vista della struttura il film risulta essere un ibrido molto particolare, non esente da critiche. L’alternanza tra le scene ambientate all’interno del tribunale e quelle esterne, alla lunga, risulta poco convincente. Si ha come l’impressione che i due elementi non si sposino sempre bene.
The Exorcism of Emily Rose contiene alcune scene davvero molto forti e impressionanti. E poi c’è quella strana e irrazionale paura che il film ti lascia addosso. La paura di vedere sul display della propria radiosveglia indicate le ore 3 del mattino.
Se ancora ciò non fosse sufficiente, c’è da aggiungere che la recitazione di Jennifer Carpenter giustifica, da sola, la visione del film. La sua prova è davvero intensa e brillante. Tanto da autorizzare paragoni con Linda Blair, senza il rischio di risultare blasfemi.
Notevole anche l’ambientazione e l’atmosfera di fondo che Derrickson riesce a creare nelle scene ambientate a casa della povera Emily.
Considerazioni.
The Exorcism of Emily Rose ha ricevuto un’accoglienza mista dalla critica, ma è stato lodato per la sua capacità di combinare horror sovrannaturale con un dramma legale convincente. L’interpretazione di Jennifer Carpenter nel ruolo di Emily è stata particolarmente apprezzata per la sua intensità.
In sintesi, The Exorcism of Emily Rose è un film che esplora il mistero della fede, il confine tra il naturale e il soprannaturale, e le implicazioni morali della credenza religiosa.
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