The Human Centipede 2
(Full Sequence)
Regia Tom Six
Regno Unito/Paesi Bassi 2011
TRAMA
Martin Lomax è un minorato e solitario guardiano notturno di un parcheggio sotterraneo. Il tempo lo passa, essendo un emarginato sociale, a guardare a ripetizione il film The Human Centipede. Questa sua ossessione lo porterà a studiare un piano per emulare il folle progetto del dottor Heiter.
Una volta capito come muoversi, agirà scegliendo le sue vittime predestinate proprio sul luogo di lavoro.
CONSIDERAZIONI
Tom Six dirige questo sequel in totale contrapposizione con l’opera prima:
Se in “First Sequence” avevamo un chirurgo di fama mondiale, una grande e bellissima villa, tre sfortunate prede, poche morti, sangue limitato e il Centipede umano che di muoveva all’aperto, in questo secondo capitolo il regista ribalta completamente la situazione: abbiamo come protagonista un folle ritardato sociopatico che opera con mezzi discutibili in un magazzino lurido e improponibile, dodici persone vengono aggredite, ferite e coinvolte nel suo spietato progetto, lo splatter abbonda sovrano e la creatura si muove al chiuso.
Non ultima la scelta di girare in totale bianco e nero riesce a donare al film un tocco estetico interessante.
Per i motivi sopra citati il sequel si stacca nettamente dal primo capitolo, vediamo di capire con quali risultati.
Premessa obbligatoria è che questo è un film horror decisamente estremo e sopra le righe, con livelli di tolleranza nettamente alti, spesso insostenibili.
Qui il regista mette in scena tutto quello che nel primo ci viene sussurrato e fatto intendere, probabilmente ci viene mostrato tutto quello che il pubblico più esigente voleva vedere già nel primo: torture, liquidi corporei, crani spaccati, pelle strappate, denti rotti, persone attaccate tra loro (sempre col metodo bocca/ano) con una cucitrice e un unico sistema digerente che questa volta ci viene mostrato funzionare.
Alcune scene colpiscono forte, è indubbio, altre però lasciano il tempo che trovano in fatto di credibilità e potenziale realismo: in particolare due scene, quella del neonato e quella del millepiedi, (che non raccontiamo per evitare spoiler) all’occhio di una spettatore più esigente rischiano di risultare grottesche.
Ma in fondo sono rischi che Tom Six sicuramente ha calcolato e sa bene che un film sopra le righe come The Human Centipede 2 deve affrontare per arrivare al pubblico e, nonostante tutto, è arrivato e può tranquillamente oggi essere considerato un cult.
Degna di nota la performance di Laurence Harvey nei panni del folle Martin Lomax: con i suoi sguardi, la fisicità e il modus operandi porta sullo schermo un personaggio completamente fuori dagli schemi, dal passato difficile (per via degli abusi subiti) ma con il presente ancora più insostenibile.
Buona anche la costruzione del legame col primo capitolo: l’inserimento del contesto metacinematografico e il coinvolgimento della protagonista.
MOMENTO PANDEMONICO
Trovarne uno solo in è impresa quasi impossibile, sicuramente l’ultima mezz’ora è una discesa negli inferi più profondi dello splatter e del gore.
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