Sotto il Vestito Niente (Carlo Vanzina,1985)
Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Marco Parma, questo film rappresentava la seconda incursione di Carlo Vanzina (figlio del grande Steno, non dimentichiamolo) nel genere thriller dopo il film “Mystere” di due anni prima rispetto a questo film. Si tratta di un giallo patinato, ambientato nella Milano anni ’80, quella famosa e ribattezzata “Milano da bere”.. e nel mondo dorato della moda.
A detta del regista, il film fu osteggiato durante le riprese, da quasi tutti gli stilisti italiani che temevano di essere messi in cattiva luce (la storia descriveva alcuni omicidi di modelle all’interno di un ambiente piuttosto depravato); l’unico a mostrarsi collaborativo e disponibile fu lo stilista Moschino che allestì appositamente per il film, una sfilata nei pressi della stazione centrale di Milano, della quale saranno presenti nel film ampie riprese…. LO RICORDATE?
Cit.:
“Chi era mia sorella?”
—Una modella. Un corpo, un volto, un po’ di trucco, un bel vestito… e sotto il vestito niente… La gente vuole questo da una modella: niente.”…
Breve trama:
“Bon” e “Jessica” sono gemelli: il primo lavora come ranger nel parco di Yellowstone, negli Stati Uniti, la seconda è una splendida modella che vive in Italia.
Un giorno il ragazzo, legato telepaticamente alla sorella, ha una nitida sensazione che la ragazza sia stata assassinata.
Arrivato a Milano nell’hotel dove Jessica alloggiava, scopre che nessuno si ricorda di lei. Il solo a interessarsi al caso è il commissario Danesi e ben presto la scia di vittime si allunga…
Altre curiosità
Il romanzo da cui è tratto il film era di Marco Parma, psuedonimo di un noto scrittore- giornalista, Paolo Pietroni.
Il film si rifà anche a casi di attualità dell’epoca come quello di Terry Broome, la modella americana che aveva ucciso, sotto l’effetto di cocaina, il playboy italiano Carlo D’Alessio.
I Vanzina si sarebbe dovuti avvalere della consulenza di alcuni stilisti, i quali però fuggirono dal progetto del film (con l’eccezione di Moschino) perché il romanzo era stato scritto contro di loro e non seppero che i Vanzina avevano intenzione di fare un altro film.
Moschino organizzò per l’occasione una sfilata alla stazione centrale di Milano, che divenne parte del film.
Il film è per l’appunto completamente diverso dal romanzo. Sono rimasti giusto un paio di personaggi, come il portiere porcellone (mi pare che sia nel libro che nel film, in una scena, le modelle lo chiamassero così).
Il cognome della ragazza sparita è Crane, in onore alla Marion Crane di Psycho di Hitchcock.
Fonte: intervista a Carlo Vanzina.
Il film vinse solamente un premio per il miglior manifesto. Il regista si aspettava qualcosa in più, data la funzionalità della sceneggiatura.
Renee Simonsen, bellissima ex top model danese, partecipò solo ad un’altro film, Via Montenapoleone, dopodiche abbandonò definitivamente le scene all’età di soli 24 anni.
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