Trauma
(Dario Argento, 1993)
Alla sua uscita questo film non fu’ accolto benevolmente, specialmente da quella parte di fans abituati al clima teso e violento che Argento aveva proposto fino ad allora, bollandolo un po’ come una sorta di svendita del regista al mercato americano. Anch’ io rimasi particolarmente tiepido alla prima visione da ragazzino. Prima visione che nel tempo ho rivalutato nel suo quadro d’insieme riconoscendone alcuni momenti interessanti e comunque ed un certo tocco ancora distinguibile di Dario Argento. Tale lungometraggio, Trauma, segna il primo lavoro di Dario Argento con sua figlia Asia e seconda collaborazione di Argento con il compositore Pino Donaggio (che aveva già lavorato con lui nel film “Due occhi diabolici“)
Ricordiamo la trama:
In uno studio medico una dottoressa di colore viene aggredita da un misterioso assassino che la decapita con uno strano aggeggio a forma di martello, munito di un cappio di metallo che, attivato il meccanismo, si stringe progressivamente. Nel frattempo Aura Petrescu, (Asia Argento) una giovane ragazza di New York figlia di immigrati romeni, è fuggita da una clinica psichiatrica dove i genitori l’avevano rinchiusa in quanto affetta da anoressia nervosa. Mentre sta per buttarsi da un ponte, viene soccorsa da David, (Christopher Rydell )giornalista televisivo, ma lei gli sfugge rubandogli il portafoglio. La polizia la restituisce ai genitori ed in particolare alla madre (Piper Laurie ) Qui,
durante una delle sue sedute spiritiche in programma quella stessa sera, la madre di Aura sembra entrare in contatto con lo spirito di una persona appena morta, che rivela di essere stata decapitata. In un clima di terrore, la donna all’improvviso esce di casa e si introduce nel bosco vicino mentre la pioggia batte incessante, seguita dal marito. Quest’ultimo dopo un po’ vede il corpo senza vita di una donna e mentre sta per abbassarsi per vedere se si tratta della moglie, all’improvviso anche lui viene aggredito alle spalle e subisce la stessa sorte. Nel frattempo Aura, rinchiusa in camera per punizione, dopo aver visto i genitori fuggire così, si getta all’inseguimento nel giardino della casa e con orrore vede una figura illuminata dal bagliore di un lampo con in mano le teste dei suoi genitori, ma non può vederlo in faccia perché usa le teste per coprirsi il volto.Questo evento innescherà un’ulteriore scia di sangue che porterà all’inaspettato e sconvolgente finale..
Considerazioni finali
Insomma, quest’opera di Dario Argento strizza sicuramente l’occhio al passato per dinamiche legate agli elementi ricorrenti della sua filmografia: la soggettiva, il primo piano sui dettagli, gli animali, il trauma psicologico, le armi, l’elemento onirico, eppure, complice probabilmente l’ambientazione statunitense, si respira un’atmosfera diversa meno tesa e più distaccata. C’è da dire che per la composizione della colonna sonora, Dario volle affidarsi ai Goblin, suoi storici collaboratori dai tempi di “Profondo Rosso”, ma la produzione americana impose la scelta di affidare nuovamente il compito al musicista italiano Pino Donaggio (già autore della colonna sonora di “Due occhi diabolici”), ovvero uno stile più classico e quasi hitchockiano e dunque maggiormente riconoscibile ed apprezzabile dal pubblico statunitense.
Aggiungo: la sceneggiatura di Argento, Franco Ferrini e Gianni fu’ pesantemente riscritta dallo scrittore americano TED Klein, che tra aggiunte e tagli pare abbia rimosso gran parte della violenza di ciò che era originariamente progettato. Insomma, un film che si preannunciava degno successore delle sue opere più prestigiose, ma purtroppo depotenziato in fase di sceneggiatura.
Curiosità
Il ruolo di Grace Harrington, rivestito da Laura Johnson, fu inizialmente pensato per Bridget Fonda, attrice che ha particolarmente amato Suspiria.
Trauma coincide con la prima produzione (in toto) americana per Dario Argento.
Il personaggio di Aura (interpretato da Asia Argento) si dice ispirato alla sorellastra dell’attrice, Anna (figlia che Daria Nicolodi ebbe da una relazione precedente a quella con Dario Argento). La sfortunata ragazza, realmente anoressica, è morta nel 1994, in un incidente, ma compare brevemente nella sequenza dei titoli di chiusura, avvolta da un velo.
L’omicidio di Brad Dourif è un palese rimando del regista a quello, assai più celebre, presente in Profondo rosso, là vittima la grande Clara Calamai.
Il titolo provvisorio del film durante le riprese doveva essere L’enigma di Aura”.
Asia Argento non mangiò per due mesi dall’inizio delle riprese dando prova di carattere e arrivando a pesare 42 chili, scherzando col fuoco. Al termine del film venne invitata ad un brunch ma non aveva voglia di mangiare più di tanto e impiegò svariato tempo prima di tornare a regime alimentare corretto.
Fonte: Speciale Dario Argento By studio Universal.
Arrivò a pesare 44 chili, mangiava solo verdure, sotto costante controllo medico.
Fonte: intervista ad Argento Ciak marzo 1993
La produzione mise a disposizione un insegnante di rumeno per La Laurie ed Asia.La Laurie contribuì, con preziosi consigli sulla dialettica, permettendo ad Asia di interpretare al meglio la sua parte.
Fonti:
“Confessioni di un maestro dell’horror” di Maiello.
“Intervista ad Argento”
Ciak marzo 1993.
Argento si rivolse alla comunità romena di medium di Sant Paul, nel Minnesota ed entrò in contatto con la medium più famosa di queste, la quale collaborò con la Laurie, per il perfezionamento del suo personaggio nel film.
Fonte: Love, death & Trauma.
Argento ebbe l’idea della macchinetta decapitatrice dallo spot del famoso trapano Black&Decker, un attrezzo con varie potenzialità in grado di fare qualsiasi cosa (trapanare, tagliare, attorcigliare) e così contattò Tom Savini chidendogli se secondo lui avrebbe potuto anche decapitare… Detto, fatto!
Fonte: Love, death & Trauma.
Per il film vennero realizzate due macchinette decapitatrici, una provvista di motorino elettrico l’altra no, entrambe costruite da Tom Savini (ammirabili nel Museo degli orrori di Dario Argento).
Fonte: “Confessione di un maestro dell’horror” di Maiello.
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