La Dama Rossa Uccide Sette Volte

La Dama Rossa Uccide Sette Volte
(Emilio P. Mitraglia 1972)

Buonasera Anime. Si torna agli anni del prolifico genere del cosiddetto giallo all’italiana, stavolta a tinte horror/gotiche..

Il secondo giallo nonché’ ultimo sforzo registico di Emilio Miraglia è un mix a volte ingegnoso tra il tradizionale giallo italiano e l’horror gotico ed in questo preciso ambito non rinuncia affatto a pescare dal decennio precedente: lo sviluppo tipicamente giallo dell’opera viene infatti affiancato dalle classiche atmosfere del gotico italiano, con più di un rimando al cinema di Mario Bava. Eloquente lo svolgimento di una parte del film in un bellissimo castello in Germania.

La storia si concentra sulle sorelle Kitty ed Evelyn Wildenbrück, destinate ad ereditare il patrimonio del padre dopo la sua morte. C’è un però: la famiglia è perseguitata da una maledizione dove ogni 100 anni, la Dama Rossa, assassinata da sua sorella la Regina Nera, ritorna dalla tomba e uccide sei sconosciuti e un membro della famiglia Wildenbrück.

Tobias Wildenbruck, l’attuale proprietario del castello, per neutralizzare il maleficio (e il periodo in cui la Dama Rossa dovrebbe colpire nuovamente), scambia una delle nipoti, Eveline (che suppone sia la Dama Rossa), con una contadinella. Nonostante ciò, i delitti vengono compiuti ugualmente: Tobias è fra le vittime. Qualche anno dopo …

La premessa del film si presentava piuttosto avvincente ed intrigante, una suggestione che via via si perdeva un po’ nelle dinamiche per risolvere il mistero attraverso un intreccio un po’ farraginoso e labirintico.

Ciò detto, l’opera resta ad oggi una piacevole visione tra gli appassionati del genere, che complici le notevoli atmosfere, le ambientazioni e le suggestioni del cinema giallo alla Dario Argento per intenderci (le soggettive dell’omicida, o l’estrema varietà delle tecniche di assassinio ) oltre che per un cast bello e ben assortito (dalla Bouchet alla Malfatti, passando per Ugo Pagliai, la Giancaro e la Danning) l’hanno reso un Cult del nostro e non solo cinema di genere.

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