A History Of Violence

A History Of Violence

di David Cronenberg (2005)

In una piccola cittadina americana, il barista locale salva la vita ad alcune persone e uccide due malviventi durante un tentativo di rapina.

Diventa subito un eroe nazionale, ma qualcosa di poco chiaro emerge dal suo passato.


Citazione.

“𝘝𝘦𝘥𝘦, 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘦’ 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘰, 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪𝘯𝘰.

𝘐𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮𝘢 𝘦’ 𝘤𝘩𝘦 𝘭’𝘶𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘦𝘴𝘤𝘦 𝘢 𝘷𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘦’ 𝘑𝘰𝘦𝘺 𝘊𝘶𝘴𝘢𝘤𝘬. 𝘎𝘭𝘪 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦 𝘥𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰. 𝘋𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘴𝘶𝘰 𝘮𝘢𝘳𝘪𝘵𝘰, 𝘌𝘥𝘪𝘦.

𝘝𝘦𝘥𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘩𝘢 𝘥𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰, 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘪 𝘦𝘮𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢…𝘦’ 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 ! 𝘌’ 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘱𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘧𝘶𝘳𝘪𝘰𝘴𝘰 𝘥𝘪 𝘑𝘰𝘦𝘺.

𝘌 𝘭𝘦𝘪 𝘭𝘰 𝘴𝘢, 𝘷𝘦𝘳𝘰 ?”

(𝐂𝐚𝐫𝐥 𝐅𝐨𝐠𝐚𝐫𝐭𝐲)

 

𝐈 𝐝𝐮𝐛𝐛𝐢 𝐝𝐢 𝐄𝐝𝐢𝐞.

Quanto conosci la persona che sta al tuo fianco, quella con cui hai deciso di dividere la tua vita, quella con cui hai messo su famiglia?

E se un giorno succedesse qualcosa di incredibilmente inaspettato e inusuale, qualcosa che arrivasse a squarciare all’improvviso l’orizzonte roseo e rassicurante che hai sempre immaginato?

Riusciresti a guardare tuo marito con gli stessi occhi di sempre? Crederesti più a lui o alla testimonianza di persone poco raccomandabili che fino al giorno prima neanche conoscevi, ma che sembrano essere sicure di quello che dicono?

E se, infine, anche l’evidenza dei fatti ti portasse in quella stessa direzione, dove il peggiore dei tuoi incubi diventa realtà e ogni cosa sembra crollarti addosso?

A cosa crederesti, Edie?

E soprattutto, che cosa faresti?

Considerazioni.

𝐃𝐚𝐯𝐢𝐝 𝐂𝐫𝐨𝐧𝐞𝐧𝐛𝐞𝐫𝐠 dirige un film crudo, spietato, dove la violenza viene messa sempre in primo piano, come suggerisce il titolo.

Un tema sviluppato diversamente qui rispetto al solito: non siamo di fronte al cosiddetto “𝘣𝘰𝘥𝘺 𝘩𝘰𝘳𝘳𝘰𝘳”, dove l’elemento schockante é costituito da un corpo deforme o comunque mutato.

“A History Of Violence” mostra, infatti, una violenza più “reale”, che si intreccia con il mondo della malavita organizzata irlandese e distrugge tutto, in primis l’ambiente famigliare.

È devastante, a tal proposito, la scena finale del film.

Ma questa violenza serve per esplorare il dualismo dell’uomo, il confine tra realtà e apparenza, tra interiorità e esteriorità, fino ad arrivare a una vera e propria mutazione del personaggio.

𝐕𝐢𝐠𝐠𝐨 𝐌𝐨𝐫𝐭𝐞𝐧𝐬𝐞𝐧 é stupendo, come suo solito, nell’interpretare un uomo ambiguo e indecifrabile, ma 𝐄𝐝 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐢𝐬 non é da meno, perfettamente a suo agio nel ruolo del “cattivo” sfregiato.

Menzione di merito anche per 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐁𝐞𝐥𝐥𝐨 nel ruolo di Edie, donna che sente crescere dentro sé, giorno dopo giorno, un dubbio pesante e distruttivo.

E poi c’é anche una piccola parte per 𝐖𝐢𝐥𝐥𝐢𝐚𝐦 𝐇𝐮𝐫𝐭, nominato all’Oscar come miglior attore non protagonista.

“A History Of Violence” é un film stupendo, tra i miei preferiti di questo regista.


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