La Legge della Notte

La Legge della Notte
di Ben Affleck (2016)

Joe Coughlin, veterano della Prima guerra mondiale, intraprende la via del crimine per ottenere facilmente ricchezza e potere.
Le cose si complicheranno molto presto per lui.

“Mi dica una cosa. Lei pensa che esista davvero l’uomo nobile?”
“Non ho niente contro gli uomini nobili, ma superano di rado i quarant’anni.”
(Graciela Corrales & Joe Coughlin)

Gangster…per caso.

Joe Coughlin rapina banche e non vuole saperne di uccidere o di avere padroni.

Si considera un bandito in giacca e cravatta, una specie di gentleman del crimine.

La violenza non fa per lui.

In fondo, essendo un reduce della prima guerra mondiale ha già visto abbastanza morte e distruzione e ha maturato un certo fastidio nei confronti di ogni tipo di autorità.

Quindi, non sopporta né il padre, capo della polizia di Boston, né il potere dalla mafia che gli chiede di diventare un affiliato e sottostare nuovamente agli ordini di qualcuno.

Tutto quello che desidera é agire in autonomia con un paio di uomini fidati. Muoversi da cane sciolto, da outsider, in un mondo corrotto e violento che conosce fin troppo bene.

Ma un uomo non é solamente fatto di razionalità. Esiste anche la passione che spesso incasina tutto e manda all’aria i buoni propositi.

Specialmente quando ci si innamora dell’amante di un boss irlandese e il sentimento cresce fino a diventare ossessione, sconvolgendo tutti i piani che si erano fatti in precedenza.

Allora si sogna di fuggire con lei, si creano pericolosi incroci con quel mondo che si voleva lasciare fuori dalla propria esperienza di vita, si commettono errori.

E il prezzo da pagare può essere altissimo.

Considerazioni

Ben Affleck trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Dennis Lehane per questo suo quarto lungometraggio e ritaglia per se stesso il ruolo da protagonista (in origine doveva essere Di Caprio che resta in veste di produttore.

L’intento é quello di realizzare un noir omaggio ai film gangster del passato ma il risultato appare decisamente altalenante, se si considera la pellicola nella sua interezza.

Alcune sequenze interessanti, su tutte cito quella spettacolare della lunga fuga in macchina al termine di un tentativo di rapina mal riuscito, non bastano a far decollare il film.

Ottima la fotografia di Robert Richardson, la ricostruzione dell’epoca del proibizionismo, il cast di tutto rispetto, da un poco sfruttato Brendan Gleeson fino al supremo Remo Girone.

La confezione é insomma di alto livello e Affleck conferma la sua bravura nel saper girare scene d’azione.

Ma mancano soprattutto le emozioni vere, il coinvolgimento.

Tutto sembra già visto e anche la durata eccessiva non aiuta a far esplodere appieno la qualità del progetto.

Un vero peccato considerando il potenziale di una storia che forse in altre mani sarebbe potuta diventare qualcosa di memorabile.
Consigliata comunque una visione.


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